Santa Teresa di Riva – La Gioventù Francescana, l’Ordine francescano secolare e le parrocchie S. Maria del Carmelo, S. Maria di Portosalvo e Sacra Famiglia hanno organizzato presso il teatro Val d’Agrò di S. Teresa di Riva un incontro dibattito “Educare i giovani alla giustizia e alla pace – l’esempio di don Pino Puglisi” tenuto da suor Carolina Iavazzo nell’ambito dell’iniziativa Dipingi le piazze di pace. Lo spunto è stato preso dal messaggio di Papa Benedetto XVI per la XLV Giornata Mondiale della Pace dove afferma “l’educazione è l’avventura più affascinante e difficile della vita. Per questo sono più che mai necessari autentici testimoni e non meri dispensatori di regole e di informazioni”. Suor Carolina Iavazzo, originaria di Aversa, si è laureata in Pedagogia e in Scienze Religiose, è stata collaboratrice diretta di padre Pino Puglisi e responsabile del centro “Padre Nostro” nel quartiere Brancaccio di Palermo. Oggi è insegnante nelle scuole medie e continua ad essere impegnata per contrastare il disagio giovanile nella Locride. Parla di don Puglisi con il cuore in mano, come se fosse ancora tra di noi quel prete che, ricordiamolo, è stato ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, giorno del suo compleanno. Suor Carolina ricorda come don Puglisi, uomo e prete della strada, non ha piegato la testa a chi voleva che la abbassasse, s’è schierato dalla parte delle persone che non avevano voce, i giovani e i deboli su tutti. “Si devono mettere le persone al centro dei nostri obiettivi, i giovani devono guardare alla legalità, alla vita, purtroppo oggi ci stiamo un pò tutti omologando alle mode e ai tempi. Padre Puglisi è un modello, deve essere un modello, c’è bisogno di educatori oggi nel mondo, dobbiamo scuotere le coscienze degli altri nella misura in cui riusciamo a scuotere la nostra coscienza. Abbiamo tre strade di fronte a noi: una bianca che è quella del bene, una nera che è quella del male, in mezzo sta quella grigia che non ci permette di essere noi stessi che è la peggiore perché non si ha un’identità, si sta comodi, ci si butta da un lato o da un altro a seconda della convenienza e, così facendo, non si è nessuno. Nessun uomo è un’isola ma siamo fatti per stare insieme, aiutarci, collaborare”. Il messaggio di suor Carolina è assai chiaro e conclude con una citazione “non vorrei accorgermi alla fine della vita di non essere mai vissuto. Mai rinunciare ad amare perché quando non amiamo e pensiamo solo a noi stessi siamo morti”. Infine, la suora ha ricordato due frasi che accompagneranno per sempre don Puglisi: “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici” questa scritta sulla sua lapide e “La mafia è forte, ma Dio è onnipotente” frase voluta e fatta scrivere dai giovani del quartiere Brancaccio sulla casa di don Puglisi.