SAVOCA – Diciassette delle 33 mummie del convento dei cappuccini di Savoca sono state “vestite” a nuovo dalla soprintendenza ai beni etno-antropologici (che ha finanziato il progetto) ma ancora restano deposte in casse di legno in un locale attiguo alla cripta e non tornano nelle loro nicchie sotto la chiesa. “Serve un ulteriore intervento perché gli scheletri non stanno più in piedi” ci ha detto ieri Padre Luigi, provinciale dell’Ordine dei Cappuccini, ente proprietario della chiesa e del convento. Per la ricollocazione delle mummie in posizione eretta nelle nicchie della cripta serve, quindi, un ulteriore intervento della soprintendenza che da due anni chiede alla Regione, inutilmente, il finanziamento. Per ora le mummie di Savoca dopo gli interventi conclusi da poco restano riposte in posizione supina nelle scatole di legno dove, anche se non è la stessa cosa, a disposizione degli sguardi dei visitatori. Intanto le “catacombe” senza mummie hanno perso il loro fascino e sono già state cancellate dal tuor dei crocieristi. C’è poi il problema delle due suore indiane che i cappuccini hanno posto “a guardia” della cripta. Non sempre vengono rispettati gli orari e qualche visitatore si è lamentato con il comune di Savoca per i modi bruschi delle due suore. Il comune, però, non ha giurisdizione. Chiesa e convento sono di proprietà dell’Ordine dei Cappuccini.