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venerdì, Ottobre 11, 2024
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Archeoclub dice non alla demolizione dell’ex chiesa di Misserio

ARCHEOCLUB AREA IONICA non condivide il pensiero che porta alla demolizione dell’ex chiesa di Misserio perché va contro i principi di tutela e protezione del nostro patrimonio storico-architettonico esistente sul territorio.

Lo ha scritto il presidente dell’Archeoclub, arch. Domenico Costa, in una lettera inviata alla Curia, al parroco, al sindaco, alla soprintendenza, al genio civile e all’osservatorio dei beni culturali dell’Unione dei Comuni.

Ecco il perchè.

La Chiesa, essendo stata costruita da più di sessant’anni, si inserisce ormai con la propria sagoma ed il proprio campanile nel contesto urbano e paesaggistico della frazione facendo parte integrante del quartiere che ha voluto la sua edificazione. La stessa rappresenta un punto di riferimento nel contesto storico ed architettonico dell’abitato e raffigura culturalmente l’espressione di una comunità che in passato ha promosso la sua costruzione. Lo stesso “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D. L.gs. 22 gennaio 2004 n° 42), principale riferimento normativo italiano del settore, all’art. 1 – comma 2 dice che “la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura”. La tutela del patrimonio culturale, art. 3 – comma 1, “consiste nell’individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione” e all’art. 10 “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”. ARCHEOCLUB AREA IONICA (ME) propone che dopo la messa in sicurezza dell’antico edificio venga avviato l’iter che porti definitivamente al recupero e alla fruizione dello stesso attraverso le seguenti fasi: 1 – Avviare una verifica statica e strutturale di tutta la Chiesa e del Campanile annesso, operazione che alla data odierna non è stata ancora svolta. Come emerge dalla nota 38.246 del 05/11/2008 dell’Ufficio del Genio Civile di Messina il sopralluogo all’edificio è stato svolto dall’esterno rilevando soltanto “i vistosi distacchi degli intonaci e problemi dovuti alle infiltrazioni piovane”, rimandando ad un successivo monitoraggio “l’evolversi di eventuali lesioni interne e la tendenza di tali fenomeni”; 2 – Intraprendere, con apposito bando pubblico, un “Concorso di Idee” fra i giovani tecnici progettisti residenti nel Comune di Santa Teresa di Riva mirato a: – riesaminare una nuova destinazione d’uso per l’edificio, – recuperare funzionalmente la struttura, – riqualificare la vasta area esterna all’edificio. L’identità culturale collettiva di una comunità NON SI TRASMETTE ALLE FUTURE GENERAZIONI CON LA DEMOLIZIONE DEI PROPRI BENI CULTURALI ma attraverso la salvaguardia del proprio patrimonio storico, artistico ed architettonico.

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RESTA da capire chi si farà carico della messa in sicurezza. La Curia non ne vuole sapere, il parroco non ha i soldi, il comune di Santa Teresa di Riva non caccia un centesimo senza la firma sull’atto di donazione.

INTANTO i vigili del fuoco hanno dichiarato pericolante la struttura.

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