Castelmola – Il consigliere comunale Pippo Intelisano ha inoltrato una circostanziata interrogazione al sindaco, agli assessori e al presidente del consiglio sulla delicata situazione economica in cui versa il comune. La sua riflessione è alquanto significativa perché parla di debiti comunali di una certa consistenza che difficilmente si riuscirà a sanare. Sull’argomento, circa quattro anni fa, anche il presidente del consiglio si era fatto portatore di nuove iniziative (come l’autogestione del comune) intuendo che Castelmola potesse andare in dissesto. Ma di quelle sue parole, di quelle sue iniziative si sono perse da tempo le tracce. Come dire: il presidente del consiglio predica bene ma razzola male. Ecco l’interrogazione: “Si parla costantemente di crisi, di economia, di perdita di posti di lavoro, ma in tutta sincerità non ho visto fatto nulla da parte di questa Amministrazione per cercare di rimediare o comunque di trovare delle soluzioni per la risoluzione di alcuni problemi nel nostro Comune. Le entrate economiche degli enti locali vanno via via diminuendo per cui i comuni non sono più in grado di erogare gli elementari servizi che sono necessari per i cittadini e soprattutto non sono più in grado di pagare i debiti che si sono negli anni accumulati, o si sono scoperti, impegnando l’Ente all’approvazione di debiti fuori bilancio, in alcuni casi molto impegnativi a livello economico, per le piccole realtà quali siamo. Tutto ciò porta a fare diverse riflessioni circa la buona amministrazione della cosa pubblica, ovvero, che nel corso degli anni si è solo pensato a spendere anche e soprattutto con cattivi investimenti o con la massiccia assunzione clientelare di lavoratori che hanno portato le casse degli enti locali ad esborsi economici considerevoli. Oggi non è minimamente pensabile di ridurre i costi del personale dipendente licenziando ma, e questo accade in modo considerevole nel nostro territori isolano, di contro esistono comuni, province, per non parlare della nostra Regione, che hanno nelle loro piante organiche un numero tale di lavoratori tra impiegati, dirigenti, ecc, che anche i più grossi e popolosi comuni di altre aree della nostra Italia non hanno. Ormai siamo costantemente sotto i riflettori anche dei blasonati giornali economici sia stranieri che italiani con le critiche sul numero di dipendenti comunali in ragione della popolazione del comune stesso. Non siamo certo a livello di Comitini, in provincia di Agrigento, comune venuto alla ribalta grazie a quanto pubblicato su un quotidiano americano, ma facendo i dovuti calcoli anche qui a Castelmola il personale dipendente e non solo grava sulle casse comunali in modo considerevole, da noi tra impiegati, dirigenti, lavoratori a contratto, LSU, consiglieri comunali, assessori, sindaco e segretario comunale siamo nella media di circa una persona ogni 23 abitanti sul totale di 1.190 a Castelmola. Ma davanti a tutto ciò e in considerazione anche che lo Stato non intende più essere la cassa ove poter prelevare senza problemi, ormai non lo è più da diverso tempo, non ho visto ad oggi nessun atto o comportamento, da parte degli Amministratori, Assessori ecc.., che andasse verso una razionalizzazione ed una maggiore cura dei debiti comunali anzi, leggo ultimamente, che il nostro Comune è stato condannato, anche se non definitivamente in Cassazione, al pagamento di compensi a professionista per lavori di progettazione, non fatti eseguire o realizzati certo da codesta Amministrazione ma sono pur sempre debiti del nostro Comune. Cosi facendo mentre vengono a diminuire le entrate nelle casse comunali si scoprono con il tempo debiti che non sono stati onorati dal comune stesso, che lievitano per interessi e spese varie, con relativi compensi da elargire a studi legali per le cause che si protraggono facendo cosi lievitare il debito. Si arriverà a dichiarare il dissesto finanziario del comune? Mi auguro certamente di no ma vorrei che codesta Amministrazione prendesse atto che non si può continuare ancora a creare debiti e non cercare di trovare soluzioni atte a rimpinguare le casse comunali e dare ai cittadini quel minimo di servizi che la gente chiede. Siamo ormai arrivati alò federalismo fiscale. Le soluzioni possono essere molteplici e sono state avanzate diverse proposte a codesta Amministrazione, il nostro comune dovrebbe essere un Comune Virtuoso, da seguire come esempio dalle altre amministrazioni e realtà vicine, Dovremmo forse pensare di risolvere il problema ancora una volta tagliando, eliminando, licenziando, certamente no il problema non è solo nostro ma è un problema comune ormai da anni in tutto il resto dell’Italia ma noi dobbiamo pensare al nostro, ai nostri cittadini, al nostro territorio. Si potrebbe quindi cercare, con una certa programmazione, di contabilizzare e quantificare oltre che le normali spese correnti del Comune, tutti quegli eventuali debiti pregressi e non in modo tale da poter anche studiare dei piani di rientro con i debitori, delle transazioni, delle conciliazioni, facendo si di chiudere e non appesantire ancora le casse comunali con spese e lungaggini burocratiche che non fanno altro che aumentare i debiti stessi ed i costi a carico delle casse comunali. Le tasse ed imposte Comunali, ICI, TARSU, TOSAOP, imposta sulla pubblicità ecc.., si spalmano sul territorio, migliorando i servizi. Altrimenti saremo costretti a chiedere il dissesto finanziario come ho detto prima, con l’intervento del Monti di turno per noi, quindi di un tecnico e non di un politico, che abbia le capacità di risollevare le casse comunali e di appianare i debiti”.