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giovedì, Maggio 2, 2024
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Torna il fantasma della sete nella riviera ionica

Torna il fantasma della sete nella zona ionica Un progetto di 20 milioni di euro per deviare l’acqua dell’Alcantara nel bacino dell’Ancipa. Se va in porto il progetto della Regione di dirottare una parte dell’acqua dell’Alcantara verso il bacino dell’Ancipa, la riviera jonica rischia seriamente la sete. Il presidente della provincia Ricevuto ha già investito della questione la deputazione regionale, ma dalla riviera jonica non giunge nessun grido di dolore, come se restare senza acqua sia un fatto normale. Il neo presidente dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche, Carmelo Spadaro, ha suonato la sveglia nei 12 comuni che fanno capo al consorzio, altrettanto dovrebbero fare gli altri comuni (nella jonica ci sono altre due “minuscole” Unioni) sollecitando i deputati del collegio a prendere in mano la situazione ed evitare gravissimi rischi nell’approvvigionamento dall’Alcantara che per molti piccoli comuni ionici rappresenta l’unica risorsa idrica, soprattutto nel periodo estivo. E quelli con qualche anno in più ricordano ancora i disagi che si pativano quando l’Alcantara non c’era e bisognava fare affidamento sulle sorgenti e sui pozzi che spesso non davano quello che si si aspettava, anche perché, costruiti dai consorzi irrigui, dovevano pensare prima di tutto ai loro soci e all’agricoltura. A quei tempi (anni Sessanta) l’acqua serviva per gli agrumeti che davanto sostentamento ad una economia che è stata, da queste parti, sempre asfittica. Un salto all’indietro? La Regione Siciliana ha previsto investimenti per 20 milioni di euro, coperti con i fondi Apq, per la realizzazione di opere ritenute necessarie per l’adduzione delle acque dell’Alcantara al sistema Ancipa, che fornisce diversi comuni delle province di Enna, Caltanissetta, e della Piana di Catania. Si chiama “Programma attuativo regionale fondo aree sottoutilizzate” ed a pagina 7 della Vas si legge “L’interconnessione tra il Sistema Alcantara ed il Sistema Ancipa è rivolto a realizzare una più congrua distribuzione della risorsa in funzione della specifica domanda dei diversi territori. Il progetto, infatti, prevede che parte della portata attualmente prelevata dall’Alcantara sia convogliata nell’acquedotto Ancipa per l’alimentazione delle province di Agrigento, Enna e Caltanissetta, aree caratterizzate da forte penuria di risorse convenzionali, ove si registrano spesso periodi di siccità. Il progetto non prevede quindi alcuna modifica dell’attuale regime delle acque, per cui in nessun modo sarà disatteso quanto prescritto dall’art. 17 della L.R. 98/81, così come sostituito dall’art. 16 della L.R. 14/88, e presente nei regolamenti specifici dei due parchi interessati dall’intervento”. E’ chiaramente una bugia, perché se togli acqua dall’Alcantara per portarla all’Ancipa qualcosa ne viene meno per le nostre parti. Difatti questo intervento ridurrà di 250 litri al secondo l’erogazione di circa 420 l/sec che Siciliacque garantisce alla nostra provincia. “La deviazione dell’acqua verso l’Ancipa – ha scritto il presidente Ricevuto ai deputati messinesi – può causare gravi danni al comune di Messina ed ai comuni della riviera ionica per mancanza di risorse idriche alternative e adeguate”. L’acquedotto dell’Alcantara al momento è interrotto nei pressi di Scaletta Zanclea a causa dei danni provocati dall’alluvione del 2009. E con le condizioni precarie dei Fiumefreddo, Messina rischia la sete. Su proposta dell’on. Giuseppe Buzzanca e dell’on. Nino Beninati della questione sarà investita l’Assemblea regionale. Legambiente ha già detto no a questo travaso. Nessun movimento, nessun sussulto, nessuna crociata, come stiamo rilevando, da parte dei Comuni ionici e delle Unioni che appena qualche settimana fa si erano mobilitate per “salvare” dalla soppressione gli uffici dei giudici di pace di Santa Teresa di Riva ed Alì Terme. Acqua e Giustizia sarà lo slogan prossimo venturo?

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