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Precari, ingorse la Uil:Per stabilizzarli la legge c’è, ma i sindaci dicono di no.

Messina – I precari nei comuni della nostra provincia attendono da anni di essere stabilizzati. Stando ad un comunicato della Uil sarebbero i sindaci dei vari comuni a dire di no, sebbene esista una legge regionale per la loro stabilizzazione. Ecco il comunicato a firma di Francesco Costanzo e Giuseppe Calapai, quest’ultimo segretario provinciale Uil Fpl. “Solo pochissimi comuni della provincia di Messina hanno avviato tavoli utili e produttivi, malgrado siano trascorsi quasi nove mesi dalla pubblicazione della Legge regionale 24/2010 che forniva gli strumenti normativi necessari alla stabilizzazione. Le inadempienze si sono accumulate nonostante l’emanazione della Circolare Interassessoriale n.1 del 06/05/2011 che delineava il percorso che gli Enti avrebbero potuto (noi crediamo DOVUTO) intraprendere per la stabilizzazione del personale precario. La Scrivente Organizzazione Sindacale il 30 giugno 2011 ha sollecitato numerosi Enti ad avviare costruttivi Tavoli tecnici al fine di individuare le giuste soluzioni per dare concrete risposte ai lavoratori. Ciò nonostante, anche questi ultimi tre mesi purtroppo sono passati nel più assoluto ed assordante silenzio, malgrado la recente pubblicazione dalla Legge regionale 20/2011 che chiarisce tutti i vari aspetti del finanziamento regionale per tutte le categorie contrattuali. Certamente non può bastare riunire una sola volta, come è avvenuto al Comune di Messina, un tavolo tecnico senza alcun supporto di atti ricognitivi delle reali potenzialità dell’Ente e senza avviare un serio confronto sulla Programmazione triennale del fabbisogno del personale. Ad avviso della Scrivente Organizzazione Sindacale gli Enti in un momento particolarmente difficile per il mondo del lavoro dovrebbero dimostrare una grandissima sensibilità sia nei confronti dei lavoratori precari che dei cittadini utenti (infatti quasi nessun ente locale potrebbe erogare servizi adeguati senza il contributo del personale precario che di fatto risolve il gap prodotto da decenni di mancato turnover) rispondendo con tutta la determinazione ed efficacia di cui si dispongono, invece che con approcci precari e distratti, che rischiano di trasferire un insopportabile senso di indifferenza”.

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