SAVOCA – E’ stato il prefetto Francesco Alecci ad inaugurare ieri a Savoca il monumento ai giudici Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed a tutti i difensori della legalità caduti per mano di mafia, che l’amministrazione comunale guidata da Nino Bartolotta ha voluto venisse collocato nella piazza del Municipio a memoria per le future generazioni. La cerimonia, preparata con grande maestria da Francesca Gullotta, ha visto la partecipazione di una folta rappresenta di parlamentari nazionali e deputati regionali. L’europarlamentare Rosario Crocetta, i parlamentari Carrnelo Briguglio e Francantonio Genovese, gli assessori regionali Centorrino e Chinnici, i deputati regionali Rinaldi e Currenti,. Tanti sindaci (alla prima uscita ufficiale Davide Paratore, Antillo) e consiglieri comunali e provinciali del comprensorio, il presidente dell’Unione dei Comuni, Gianni Miasi. Presenti i rappresentanti della Marina, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, la banda della brigata motorizzata Aosta che ha sapientemente intrattenuto il pubblico durante il ritardo, Ha benedetto l’opera l’arciprete don Gerry Currò. Al tavolo dei relatori il prefetto Alecci, l’assessore Caterina Chinnici, il sindaco di Savoca, Nino Bartolotta, la prof.ssa Gullotta e l’on. Rosario Crocetta. Quest’ultimo nel suo intervento ha toccato il cuore dei siciliani. “Noi – ha detto – siamo orgogliosi di essere siciliani perché abbiamo avuto Chinnici, Falcone, Borsellino ed ancora Pio La Torre, Peppino Impastato, Rosario Livatino”. Un lungo applauso condiviso dai sostituti procuratori Cavalli e Di Giorgio, seduti in prima fila a rappresentare la magistratura. Il sindaco Nino Bartolotta, dopo gli interventi che hanno illustrato l’opera “Luna crescente del maestro Nino Ucchino, e del critico d’arte Francesco Gallo, ha sottolineato come “questo monumento l’abbiamo voluto per contribuire a sensibilizzare la società civile in merito sul fenomeno mafioso ed ai valori fondamentali di legalità, giustizia e libertà”. Il prefetto Alecci ha esortato a non assistere passivi alla mafia, ma di essere attivi e partecipi, quasi primi attori, nella difesa della legalità.
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