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domenica, Ottobre 6, 2024
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Chiusa la cava di Mandrazzi, non concessa la proroga

SAVOCA – Il distretto minerario ha deciso di non prorogare l’attività della cava di gneiss di contrada Mandrazzi a Savoca, così come richiesto dalla società che la gestisce, la Sicobit srl, e ne ha ordinato la chiusura con effetto immediato. La determina è già pervenuta al comune di Savoca che, come si ricorderà, con provvedimento del 10 novembre 2010, si era opposto alla prosecuzione della attività estrattiva per altri quindici anni, così come richiesto dal gestore, per tutta una serie di motivi ambientali denunciato anche dai cittadini con una petizione sottoscritta da 100 residenti ed illustrata nel consiglio aperto al pubblico del 20 maggio. Anche il comune di S.Teresa di Riva, per la pericolosità che l’attività di cava rappresenta per il corso del torrente Porto Salvo e per la porzione di abitato che esso attraversa, ha presentato opposizione. Tra comune di Savoca è Sicobit è pendente un ricorso al Tar della società che si oppone al diniego di continuazione della attività, avendo il comune di Savoca anteposto l’incompatibilità urbanistica della cava. La concessione era scaduta il 27 febbraio e la Sicobit a fronte del diniego alla prosecuzione avanzato dal Comune, aveva ottenuto una proroga fino al 30 maggio, in attesa che la questione si risolvesse negli uffici dove era stata proposta. Scaduto quel termine, e non fissata l’udienza per la discussione del ricorso al Tar (non era stata chiesta la sospensiva), l’ente minerario ha deciso di non concedere una ulteriore proroga. Nel frattempo Legambiente Regionale ha presentato un lungo ricorso straordinario (42 pagine) al presidente della Regione per l’annullamento della delibera di giunta regionale n. 399 del 25 ottobre 2010 relativa alla approvazione dei “Piani regionali dei materiali di cava e dei materiali lapidei di pregio” perché i piani non sono stati sottoposti a preventiva Valutazione di Incidenza e a verifica di coerenza con i Piani di Gestione dei siti Natura 2000 (126 cave ricadono in questi siti). La Sicobit nel suo ricorso sostiene che il comune non ha competenze sulla attività di cava dove non ci sono vincoli idrogeologici e che il rischio per la pubblica e privata incolumità “risulta privo di ogni fondamento sia normativo che fattuale” e che il comune ricorrerebbe a temi sensibili quali la sicurezza “a solo fine impressionistico”. In attesa del round finale, per ora l’ente minerario ha segnato un punto a favore del comune di Savoca.

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