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Messina, “Un cavallo per amico”. L’attività equestre per la riabilitazione

E’ prevista per oggi, 27 maggio 2011, con inizio alle ore 10, presso il Club Ippico “La Palma” di Messina (contrada Veglia – Tremestieri), la fase finale del progetto denominato “Un Cavallo per Amico”, organizzato per il secondo anno consecutivo dall’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Minutoli” in sinergia con l’Associazione “Equitando” ONLUS, rivolto a tredici ragazzi diversamente abili della scuola. All’evento saranno presenti il prof. Giovanni La Tona, preside dell’Istituto “G. Minutoli”, il signor Gianluca Paratore, Vice Presidente dell’Associazione “Equitando” ONLUS e consigliere nazionale A.N.I.R.E., e la prof. Clelia De Gaetano, referente per la scuola del progetto. Il progetto, al via dal mese di Aprile, si inquadra nell’ambito dell’attività formativa dell’Istituto “G. Minutoli” prevista per l’anno 2011, avendo nello specifico quali obiettivi primari la riabilitazione globale della persona in luogo aperto e la socializzazione degli utenti diversamente abili con i soggetti normodotati. L’Associazione “Equitando” ONLUS, attiva dal 2003 e centro affiliato dell’A.N.I.R.E. (Associazione Nazionale Italiana Rieducazione Equestre – D.P.R. 08/07/1986 n. 610), si occupa, con personale specializzato, dell’organizzazione e della gestione delle attività, individuali e/o in gruppo, di rieducazione equestre. Il Centro di Formazione Professionale (CE.FO.P.), rappresentato in Italia dal Presidente Antonino Perricone, componente del consiglio nazionale A.N.I.R.E., nel quadro di una convenzione con la Scuola nazionale A.N.I.R.E., si occupa da anni della formazione e qualificazione del personale quale “Operatore Ludico in terapia per mezzo del cavallo” (T.M.C.). La Rieducazione Equestre va intesa come un metodo terapeutico globale, in cui, attraverso la pratica di un’attività ludico-sportiva avente come mezzo il cavallo, l’individuo viene attivato nel suo intero complesso motorio, psichico, intellettivo e sociale. Il cavallo già di per sé rappresenta una presenza viva, concreta, “affettiva”, in grado cioè di sollecitare sentimenti ed emozioni intense: gioia, serenità, come anche paura, rabbia e tristezza. Attraverso l’attività con il cavallo, gli utenti imparano a “sentire” il loro corpo e quindi ad acquisire l’esperienza dell’”altro” corpo, quello nascosto, che proviene dalle sensazioni ed esperienze profonde. L’instaurarsi del rapporto persona-cavallo stimola e favorisce una “comunicazione” intenzionale: già solo il desiderio del movimento del cavallo crea il desiderio di comunicare.

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