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lunedì, Ottobre 14, 2024
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Peppino, l’amante di Castelmola

Castelmola – Ogni angolo della nostra isola può essere, come tante volte è successo, un set cinematografico, per poter raccontare storie della nostra terra. Tutto ciò potrebbe diventare ulteriore imput turistico, come alcune località tutt’ora lo sono: visitare Savoca, dove sono state girate alcune scene del Padrino, per alcuni turisti è essere stati in luoghi visti solo al cinema, lo stesso potrebbe dirsi per Salina, nelle Eolie, set del film il Postino di Troisi o ancora adesso le coste ragusane che ospitano il famoso Commissario Montalbano. Veramente abbiamo la possibilità di creare dei tours turistici che oltre le nostre bellezze naturali ed archeologiche possano anche far conoscere, a chi viene a visitarci, i luoghi dove sono stati ambientati e girati film e fiction seguiti da milioni di spettatori. La televisione, e a volte anche il cinema, ci propongono ultimamente film, sceneggiati o come vengono chiamate adesso fiction con soggetti e fatti realmente accaduti. Ultimo esempio la storia di Edda Ciano e del suo esilio a Lipari dopo l’uccisione, da parte del Duce, di suo marito e della sua presunta storia d’amore con un reduce partigiano comunista. I luoghi in cui viviamo sono stati spesso scene di film o di prosa televisiva, ma pochissime volte hanno raccontato avvenimenti che in questi luoghi hanno avuto nascita, storia e fine. Alcuni di questi film per la televisione sono stati molto importanti, girati in luoghi a noi vicini se non addirittura hanno avuto come set Taormina, ma pochi hanno raccontato di storie realmente accadute qui. Ultimamente ci siamo imbattuti nella lettura di alcuni articoli che riportano la vera storia, cosi almeno si di dice, della baronessa Frieda von Richthofen, che non verrà certo ricordata per essere parente del più ben noto Barone Rosso dell’aviazione Tedesca, ma per i suoi appetiti sessuali soddisfatti in più parti d’Europa, ai primi del Novecento, che la portarono ad essere protagonista del famoso libro, poi diventato anche un film, L’Amante di Lady Chatterley, scritto dal suo secondo marito David Herbert Lawrence. Il giornalista Gaetano Saglimbeni ne ha raccontato le vere gesta, che portarono al parto del libro da parte del marito, ma che si sono svolte realmente non certo nell’Inghilterra puritana dell’epoca, che ne proibì la pubblicazione del libro per tantissimi anni, ma molto vicino a noi, proprio quì dalle nostre parti, tra le case di Taormina, i vigneti del territorio e Castelmola negli anni a cavallo tra il 1920 e il 1922. Lo stalliere inglese, ci riferisce Saglimbeni, non è altro che un mulattiere molese a nome Peppino D’Allura, morto nel 1990 all’età di 92 anni, portando con se i segreti di questa straordinaria storia che lo vide protagonista. Il nostro territorio e tutto il paesaggio che ci circonda sono sempre stati mete di sceneggiature per film che, che non hanno avuto però come protagonisti o soggetti qualcosa che ci appartiene. Per questo ci si chiede come mai un produttore, chissà magari la nostra conterranea Cucinotta, non cerchi, dalla vera storia della signora Chatterley, di produrre e girare un film realmente ambientato qui, tra la Perla dello Jonio, il suo mare e la terrazza di Castelmola, che hanno avuto come protagonisti la bella baronessa ed il rude mulattiere Peppino. Non si chiede comunque di girare un film sui pruriti sessuali della signora ma un film che ne racconti la storia e che abbia come scenario i luoghi dove si è svolta realmente e come personaggi coloro che realmente l’hanno vissuta, la baronessa, il di lei marito malato di tisi, che viene qui, insieme a lei dall’Inghilterra per curarsi e guarire, ma che non vi riesce, e Peppino il mulattiere, che certamente, all’epoca dei fatti, sarà stato oggetto d’invidia di tutto il popolo maschile del comprensorio. Un uomo semplice ma di carattere. Un uomo dalle scarpe grosse e cervello fino, che è riuscito a portarsi nella tomba il segreto di questa intricata storia d’amore.

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