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TAORMINA, COME VIENE SMISTATA LA DROGA: DUE ARRESTI

Taormina – I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Taormina hanno arrestato due persone, Alfio Mancuso, 27 anni di Giarre, pregiudicato per reati contro il patrimonio e in materia di sostanze stupefacenti, e Claudio Macrì 38 anni di Taormina, già sorvegliato speciale, con precedenti per reati in materia di sostanze stupefacenti. I due sono ritenuti responsabili di concorso in estorsione aggravata in danno di un pusher al quale erano stati consegnati in conto vendita alcune centinaia di grammi di marijuana e non aveva ancora consegnato il denaro promesso. L’arresto e’ avvenuto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 6.4.2010 dal giudice per le indagini preliminari di Messina, dott. Giovanni De Marco, su richiesta del magistrato della Procura di Messina titolare dell’indagine, dott.ssa Francesca Ciranna. L’indagine, che ha tratto origine dall’arresto, eseguito nell’ottobre 2008 dal nucleo operativo della compagnia di Taormina, di due giovani ai quali era stato sequestrato mezzo chilogrammo di sostanza stupefacente del tipo marijuana, ha permesso agli investigatori di ricostruire il meccanismo con cui la criminalità gestisce il redditizio mercato dello spaccio della droga. Il meccanisco e’ semplice: un fornitore già “addentrato” cede “in conto vendita” un cospicuo quantitativo di droga a pusher che dovranno suddividerla in dosi e spacciarla al minuto. Inizialmente la somma dovuta sarà pari a quella del valore dello stupefacente ceduto. i pusher dovranno pero’ riconsegnare tale somma in tempi prestabiliti (pertanto ristretti), praticamente “a rate” (settimanali), man mano che avranno venduto lo stupefacente avuto “in conto vendita”. Poiche’ accade sovente che i pusher non riescano a pagare le “rate”, in brevissimo tempo la somma dovuta aumenta talmente tanto da diventare poi assai difficile per i pusher mantenere l’impegno assunto con il fornitore. A questo punto, il fornitore della droga vanterà verso il pusher un credito tale da poter “espropriare” lo stesso pusher dei suoi beni. Nell’indagine dei carabinieri di Taormina, i pusher si sono trovati inizialmente debitori di una somma pari a 2.500,00 euro, subito lievitati, alla prima irregolarità, sino ad un “pagamento rateizzato” a 6.000 euro. Per recuperare il consistente credito illecitamente vantato, i fornitori sono arrivati persino a picchiare e minacciare di morte uno dei pusher, costringendolo a cedere loro la propria autovettura. Sono tuttora attive le ricerche di un terzo estortore. I due arrestati sono stati associati alle case circondariali di Catania piazza Lanza (Mancuso) e di Messina (Macri’) a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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