Furci Siculo – Con decreto n. 436 a firma del presidente della Regione Siciliana, on. Raffaele Lombardo e dell’assessore alle Autonomie on. Caterina Chinnici, è stato sciolto, a partire da oggi, il consiglio comunale di Furci Siculo. Il motivo è dovuto alla mancata approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2009. Fino al completamento della legislatura (che terminerà fra tre anni e mezzo) ad amministrare le sorti del comune saranno il sindaco Bruno Parisi, i cinque assessori Francesco Foti, Sarah Vita, Nina Foti, Francesco Rigano e Francesco Di Bella (quest’ultimo vice sindaco) ed il commissario regionale Daniela Lionelli, che rappresenterà il civico consesso. Il consiglio comunale, presieduto dal dott. Sebastiano Foti, non ha approvato il bilancio di previsione entro il 30 settembre, così come imposto dalla Regione Siciliana, per cui ad esitarlo è stato poi il commissario ad acta. Col risultato che tutto il consiglio comunale, nove di maggioranza (contrari al sindaco Parisi) e sei della minoranza, è stato mandato a casa ancor prima della scadenza del mandato. Il dott. Foti ha sempre sostenuto che la mancata approvazione de bilancio è stata motivata dalla non prevista copertura dei debiti fuori bilancio. Lo scioglimento del consiglio comunale di Furci ha generato in paese una serie di reazioni. Negli ambienti politici locali si commenta, con sfaccettature diverse, la decisione della Regione, mentre il primo cittadino si è dichiarato soddisfatto. “Sono contento, egli ha detto, perché da un anno e mezzo, da quando cioè abbiamo vinto le elezioni, non siamo riusciti ad amministrare il paese perché ci hanno messo sempre il bastone fra le ruote. Adesso abbiamo la possibilità di lavorare con tranquillità e quindi attuare tutte quelle iniziative che ci sono state bocciate dalla maggioranza del consiglio. A cominciare dalla strada di circuitazione ( o circonvallazione) abusivamente tolta dal Programma triennale delle opere pubbliche”. Parisi ha fatto capire che in questi tre anni e mezzo necessita lavorare con impegno per portare a soluzione importanti problemi, da un anno e mezzo ostacolati dal presidente del consiglio e dai nove consiglieri di maggioranza. Il sindaco Bruno Parisi sicuramente non riuscirà a realizzare opere faraoniche, ma certamente porterà a soluzione vitali iniziative. Ma se non riuscisse a concretizzare nessun problema, fra tre anni e mezzo non avrebbe come giustificarsi al cospetto dei cittadini elettori. Una sola considerazione. I sessanta giorni scadono il 16 dicembre. Lombardo ha firmato il decreto con una settimana d’anticipo. (Nella foto, che si è stata fornita dal collega Santisi, una “storica”seduta del consiglio comunale. In prima fila il sindaco Parisi ed i cinque assessori).