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martedì, Settembre 17, 2024
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COME VIVONO GLI SFOLLATI? SIAMO ANDATI A TROVARLI

Roccalumera – I cittadini di Scaletta che hanno dovuto lasciare le loro case perché distrutte o danneggiate dall’alluvione, (quasi trecento persone alloggiate negli alberghi della riviera jonica del Messinese) si sentono sfollati di serie B. Per svariati motivi: Mancata presenza della Protezione civile, carente servizio medico e assistenziale, trasporto zero. “Da 19 giorni sono alloggiato con la mia famiglia, esordisce Francesco Gemellaro, nell’albergo La Piramide di Roccalumera. Ci trattano bene e mangiamo bene. Ma siamo isolati. Non ci sono pullman che ci conducono giornalmente a Scaletta Zanclea. Io, che lì ci lavoro, sono costretto a recarmi a Scaletta con mezzi di fortuna o con i camion che trasportano la terra. Se qualche anziana vuole vedere la sua casa non può andarci perché mancano i mezzi di trasporto, né sono stati messi a disposizione dalla Protezione civile. Viceversa gli sfollati di Giampilieri che si trovano negli alberghi di Messina, vengono accompagnati al paese e poi ripresi dai bus messi giornalmente a loro disposizione. Qui, invece, siamo isolati”. Francesco Gemellaro 39 anni, sposato e papà di due ragazze, abita a Scaletta in via Roma n. 57, cioè in quella casa particolarmente assalita dal fango (che è arrivato sino al primo piano) in cui sono stati recuperati due cadaveri e si scava ancora per trovarne altri. Anche lui, come il signor Giovanni Cacciola, non intende tornare a vivere a Scaletta se non prima viene messa in sicurezza tutta la collina che sovrasta il paese. Dello stesso avviso è la signora Alessandra Marchese, che abita al n. 7 di Vico Ciano, e che addirittura vuole lasciare Scaletta per andare a vivere a Messina. La donna, che è stata aggredita dal fango fino alla gola e che si è salvata per puro miracolo, ha denunciato tra l’altro lo stato di abbandono in cui si trovano gli sfollati di Roccalumera. “Siamo solo noi sfrattati (43 in tutto, ndc) in questo albergo, ha detto Alessandra Marchese, e parliamo sempre di una cosa: del diluvio, dei morti e delle cose perse. Non c’è assistenza per gli anziani né animazione per i bambini. Anche il servizio medico lascia a desiderare. Siamo abbandonati. Noi, qui dentro, in quest’albergo, siamo poveri sfollati, non siamo in villeggiatura. Per questo ci devono garantire giornalmente tutti i servizi”. La signora ha poi parlato del suo dramma familiare, dei mutui contratti per pagare il rifacimento della casa e l’acquisto di una macchina: entrambe divorate dal fango. La pensionata Maria Currò (che vive in una casa in affitto con una pensione di 480 euro e che ha perso tutti i mobili, i letti e gli elettrodomestici) ha elencato i disagi alimentari, perché sta male e non può mangiare tutte le pietanze. Necessiterebbe che qualche dietologo la segua attentamente. Ma non è tutto. All’albergo La Piramide è stata trasportata pure una pensionata di Scaletta mezza paralizzata che avrebbe di bisogno un letto ortopedico. Però, la Protezione civile non si fa vedere, le assistenti sociali non vengono, i medici hanno lasciato un recapito telefonico e sono andati via: a chi appellarsi? “Neanche gli indumenti ci hanno fornito, ha detto ancora la signora Marchese. Questi vestiti che ho addosso me li hanno regalati i miei colleghi di lavoro. Dov’è finito il vestiario raccolto?”. Ecco perché si considerano sfollati di serie B. (nella foto gli sfollati di Scaletta mentre mangiano all’albergo La Piramide di Roccalumera).

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