RISPOSTA ALLA SIGNORA MARIA DI ROCCALUMERA

Riceviamo quotidianamente delle lettere sul nostro sito, alcune di compiacimento per il lavoro che svolgiamo, lineare e corretto, ed altre che contestano il nostro operato. Accontentare tutti non è facile, anche perché ogni Testata ha un suo credo, una sua linea politica e per quanto voglia sembrare obiettiva ed imparziale, spesso deve confrontarsi con gli “avversari” cioè con coloro che la pensano diversamente. E sono tanti. Tuttavia ci corre l’obbligo di dialogare con due persone, questa settimana. Con il sig. Filippo di S.Teresa di Riva, che ringraziamo di cuore per il contributo che ci ha dato, e con la signora Maria di Roccalumera che ha contestato la nostra poca obiettività su un argomento trattato in passato. La gentildonna di Roccalumera sconosce alcuni dettami di giornalismo, che stanno alla base di una corretta informazione. Lei lo sa, gentile signora, che di una persona suicida (ammenochè non sia un politico di razza) non va riportata la notizia? Lei lo sa che in un articolo, lettera o intervista, quando emergono fatti personali, il pezzo viene cestinato? Lei lo sa che quando due persone (che non siano politici o componenti di Enti) si insultano tramite lettere o interviste, l’articolo non viene pubblicato? Cioè, dove non c’è l’interesse collettivo ma emergono solo fatti personali, l’articolo non dovrebbe essere pubblicato, ammenochè non si censurano i riferimenti personali. Ebbene noi adottiamo questo metro, che abbiamo ereditato dai nostri maestri (Stelio Vitale Modica, Nino Amadori, ecc.). Da un paio d’anni, però, alcuni direttori di giornale o proprietari di siti adottano il metro che vogliono. Il giornalismo di oggi è variegato, per la verità. Sono stati smantellati deontologie, principi e regole. Che dirLe? Noi continuiamo a credere nelle regole morali che disciplinano la professione del giornalista. Grazie, comunque, per averci dato la possibilità di chiarire la nostra posizione. Pino Prestia