Roccalumera – “Imparare la lingua italiana”. Il messaggio è stato lanciato dal Club Amici di Salvatore Quasimodo di Roccalumera a tutti gli extracomunitari che vivono, dimorano o risiedono nei comuni del comprensorio jonico del Messinese. Persone con cui è difficile interloquire proprio perché fanno uso di idiomi diversi della lingua italiana. A questi extracomunitari (ma anche romeni, polacchi e slavi la cui presenza è pure numerosa) si vuole dare la possibilità di conoscere la nostra lingua, per meglio inserirsi nella società e soprattutto per facilitare il dialogare con i datori di lavoro. Di questo interessante progetto europeo se ne parlerà questa mattina nel corso di un dibattito che si svolgerà nei locali del Parco Letterario (ubicato nella vecchia stazione ferroviaria) con inizio alle ore undici. Dopo la relazione iniziale dell’avv. Carlo Mastroeni, sono previsti gli interventi di Joe Farrel, direttore del dipartimento di italianistica presso l’Università di Glaglow (Regno Unito) e di Sergio Mastroeni, presidente del Consorzio Intercomunale “La Terra Impareggiabile di Salvatore Quasimodo”. Partner dell’evento oltre ovviamente al Club Amici di Salvatore Quasimodo, la San Giorgio editrice, l’Associazione Culturale “Coltiviamo la Pace”, l’Association Amities Crillonnaises (Francia), l’University of Strathclyde (Regno Unito) e l’Euro-Lingua Kozpont – Debrecen (Ungheria). Il significato di questa manifestazione “imparo la lingua italiana”, come ha spiegato l’avv. Carlo Mastroeni, nasce dalla convinzione che nonostante gli sforzi fatti dai Paesi membri dell’Unione Europea, risultano essere trascurati o non ancora adeguatamente conosciuti da un numero significativo di adulti i benefici potenziali derivanti dalla conoscenza e dall’uso di un’altra lingua in aggiunta a quella madre. Il progetto, aggiunge lo stesso Mastroeni, si propone di insegnare, attraverso una nuova metodologia, la lingua italiana a studenti stranieri tra i 18 e i 60 anni, che vivono lungo questo comprensorio. Il progetto si avvarrà della collaborazione di alcuni Istituti di Cultura Italiana siti in varie capitali, primo fra tutti l’Istituto di Vienna, che con il suo direttore, Dante Marianacci, è stato tra i primi ispiratori della presente proposta progettuale.
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