S.Teresa di Riva – Mentre le autoambulanze del 118 continuano a viaggiare senza medico a bordo in tre province siciliane (Trapani, Caltanissetta ed Agrigento) dall’altro lato si contesta in disservizio in alcuni comuni del Messinese (Fiumedinisi, Antillo, ecc.) dove le ambulanze continuano a lavorare senza personale sanitario. Ecco le due misure dell’assessorato regionale alla Sanità, che da un lato assolve la prima parte dei soccorsi ma poi esprime riserve su quanto avvenuto a Mazzarino. Di seguito pubblichiamo una nota del dott. Antonino Grillo responsabile regionale sindacato Snami: “SNAMI-Emergenza 118 ha da sempre segnalato la necessità di medicalizzare il maggior numero di ambulanze dell’Isola senza fra l’altro ottenere risposte univoche da parte delle istituzioni sanitarie e politiche. Non va infatti nascosto che la medicalizzazione già avvenuta nelle province di Messina, Catania e Palermo con una buona distribuzione delle ambulanze sul territorio certamente consente di poter riconoscere l’eccellenza con cui il servizio 118 funziona. La presenza del medico a bordo, sia esso dell’emergenza sanitaria che anestesista, consente di poter operare il primo intervento direttamente sul territorio: è già possibile cioè operare una prima diagnosi e quindi certamente permettere la prosecuzione dell’intervento con la richiesta degli interventi successivi ritenuti più opportuni. La sua assenza infatti costringe gli operatori tecnici dell’ambulanza (autisti soccorritori senza neanche la presenza di figure professionali sanitarie come gli infermieri) a dover sottostare ancora al vecchio adagio del "carica e corri", alla ricerca del pronto soccorso più vicino. Il caso Mazzarino poteva essere evitato? Ma le leggi e le disposizioni tecniche esistono già da tempo. Viene dunque da chiedersi perchè non applicarle? Perchè ostinarsi a ritardare l’ingresso – come previsto dalle normative vigenti – di tutte le figure professionali sanitarie (medici ed infermieri) accanto agli autisti-soccorritori? Si tratta di fare un salto di qualità, che a nostro avviso, diventerebbe anche una forma di risparmio economico nel medio termine. Ma ciò che il cittadino delle province del nisseno e dell’agrigentino si chiedono è perchè Messina, Palermo e Catania sono riuscite a medicalizzare la maggior parte delle Ambulanze e le rimanenti provincie no? Fondi non disponibili – dicono alle ASL – e mancanza di medici e personale parasanitario! Le cose in realtà non stanno proprio così, perchè la richiesta di "lavorare sulle ambulanze" è elevato sia tra il personale medico che infermieristico. A nostro avviso è necessario un ennesimo sforzo di trasparenza per verificare dove finiscono e come vengono impiegati i finanziamenti che pure sono destinati al SUES 118 anche nelle province inadempienti! E’ da oltre un anno che lo SNAMI chiede di poter incontrare l’Assessore alla Sanità, senza ricevere risposta alcuna, e nel frattempo tra attribuzioni di cariche, creazioni di commissioni e finanziamenti vari, il servizio 118 viene additato come corresponsabile di episodi di malasanità perchè costoso e despendioso. Si rischia di generare nell’opinione pubblica l’idea che il primo responsabile di "danni collaterali" nella catena del soccorso sia da attribuire al 118, senza spiegare che le risorse vanno investite in maniera intelligente e soprattutto applicando norme e disposizioni già esistenti”. Dott. Antonino Grillo, Responsabile Regionale SNAMI – Servizio 118 SUES
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