Nizza di Sicilia – Dal gruppo di minoranza “Insieme per voltare pagina” riceviamo: “Anche a Nizza di Sicilia, come in altri comuni della riviera jonica, in questo periodo si verificano episodi di randagismo. Proprio nelle calde serate estive, residenti e vacanzieri che passeggiano per le vie della cittadina, vedono aggirarsi cani randagi, soli o in piccoli branchi, che destano paura e preoccupazione, sia per motivi igienici, sia per il concreto rischio di aggressioni. Il consigliere di minoranza Mimma Brigandì (nella foto), si è fatta portavoce al sindaco e al presidente del consiglio comunale di queste preoccupazioni, presentando un’interrogazione, con la quale invita l’Amministrazione a non sottovalutare la problematica e ad attivarsi per fornire in tempi brevi una soluzione concreta. ”La presenza dei cani randagi all’interno del centro abitato – afferma il consigliere – fa sì che i cittadini non si sentano liberi di fruire in tranquillità delle strade e degli spazi pubblici, come le piazze e il lungomare, né si sentano più sicuri di mandare in strada i loro figli”. I fatti avvenuti in questi ultimi mesi, specialmente nel Sud, dove ci sono state aggressioni di cani randagi affamati a danno di bimbi e persone, da un lato aumentano la preoccupazione nella gente, dall’altro mostrano come ancora i comuni non siano organizzati e preparati per affrontare tale fenomeno. In Sicilia sono oltre 68000 i randagi, mentre poche sono le strutture adeguate, e le inadempienze delle istituzioni, spesso impreparate e non in sinergia fra loro, hanno reso la situazione insostenibile. “La presenza di cani randagi, pertanto, anche alla luce di questi fatti, – ha affermato il consigliere- connota negativamente il nostro paese, soprattutto in questo periodo estivo in cui residenti e vacanzieri fruiscono dei luoghi di ritrovo e del lungomare, e che a causa delle scorribande dei randagi, non possono permanervi in piena tranquillità, e anche chi porta a spasso cani d’affezione rischia che vengano aggrediti”. Tutto ciò, inoltre, comporta anche una ricaduta economica negativa per il nostro Comune”. Il consorzio canino, – spiega la Brigandì- che era stato istituito nel 2007 , e riuniva oltre a Nizza i vicini comuni di Alì Terme, Alì, Fiumedinisi e Roccalumera, e che è stato sciolto in seguito alla legge finanziaria 2008, che prevede l’adesione dei comuni ad un solo consorzio, non si comprende bene quale risultati abbia prodotto, visto che a Nizza e nei comuni aderenti i cani randagi continuano ad aggirarsi indisturbati per le vie cittadine. In questi giorni, però è pervenuta ai Sindaci, alle AUSL e ai servizi veterinari una direttiva regionale da parte dell’assessore Russo, per fronteggiare il fenomeno del randagismo. La direttiva, facendo riferimento alla legge regionale del 2000 e alla normativa nazionale sul randagismo, ribadisce le competenze e i doveri che spettano rispettivamente ai Sindaci, alle Ausl e ai proprietari dei cani, i quali sono invitati a svolgere il proprio ruolo, improntato alla massima cooperazione nel quadro complessivo delle responsabilità di ognuno, come l’unico modo per fronteggiare il fenomeno del randagismo. Risulta chiaro dal documento regionale, che la cattura dei cani randagi spetta ai sindaci dei comuni, che possono stipulare convenzioni con Enti, Associazioni animaliste, o privati, mentre la microchippatura e il ricovero in rifugi adeguati spetta alle AUSL, che devono provvedere anche alla sterilizzazione. I Comuni pertanto, viene ribadito nella direttiva, dovranno predisporre dei piani seri di prevenzione e lotta contro il randagismo, di concerto col le AUSL, per i quali sono previsti fondi regionali, per venire incontro alle difficoltà economiche dei comuni, nella consapevolezza nella gravità del fenomeno. Concludendo, la Brigandì, chiede all’Amministrazione, di attivarsi in riferimento della direttiva regionale, mettendo in atto tutte le iniziative necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini, per una corretta prevenzione del fenomeno, a attraverso campagne di sensibilizzazione intese a combattere l’abbandono dei cani, e allo stesso tempo per fronteggiare il fenomeno del randagismo, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca”.
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