Roccalumera – La condotta sottomarina del depuratore consortile, interrata sotto la spiaggia e quindi nei fondali del mare Jonio, rischia di “scoppiare” a seguito dei danni causati dalla recente mareggiata. Secondo il sindaco di Roccalumera, Gianni Miasi, la tubazione potrebbe essere lacerata o otturata, considerato che il depuratore funziona “a scartamento ridotto” per dirla come il primo cittadino. Per evitare che si crei un inquinamento ambientale e soprattutto per arginare la fuoruscita dei liquami lungo tutta la fascia di mare che abbraccia i comuni di Roccalumera e Furci Siculo, sono dovuti intervenire i carabinieri sommozzatori di Messina. L’operazione, che si è protratta per tutta la mattinata di ieri, sotto le direttive degli amministratori dei due comuni e del comandante la stazione dei carabinieri maresciallo Santo Arcidiacono, non ha però dato esiti positivi. Nel senso che i sommozzatori si sono tuffati dentro le gelide acque, ma il mare era troppo torbido per cui non è stato possibile diagnosticare il male reale. Dopo una, due immersioni, i carabinieri sommozzatori hanno deciso di sospendere e di effettuare altre prove quando il mare sarà calmo e soprattutto limpido. La condotta sottomarina del depuratore consortile è interrato in mare per almeno dieci metri oltre la battigia, dopo la tubazione è lasciata libera per altri cento metri, dove scarica le acque depurate dell’impianto. La struttura, che assorbe i liquami di tre comuni, Roccalumera, Pagliara e Furci Siculo, è molto vecchie e non riesce più a lavorare a pieno ritmo. Più volte, durante l’arco dell’anno, entra in tilt e le acque nere escono dalla tubazione e si propagano tra Furci e Roccalumera, sprigionando un fetore insopportabile. Generalmente sono l’atavica tubazione o l’impianto della corrente elettrica che vanno in tilt: questa invece è stata la condotta sottomarina che ha fatto i capricci. E se il problema non si dovesse risolvere entro breve tempo potrebbe concretizzarsi l’inquinamento ambientale di cui tanto si parla.