Roccalumera – I fedeli della parrocchia Maria SS. del Rosario (che si venera nella frazione Allume) da oltre cento anni a questa parte portano in processione un prezioso reliquario ligneo, risalente al 1700, contenente alcune ossa di San Liberante vescovo, vissuto sotto l’impero romano e condannato a morte per decapitazione. Si è appreso adesso, grazie alle ricerche di padre Roberto Romeo parroco dell’arcipretura di Allume, che le ossa contenute nel reliquario non apparterrebbero a San Liberante ma a San Vito martire. Quest’ultimo, nato a Mazara nel 285 d.c., è stato martorizzato ed ucciso da Diocleziano e le sue ossa, ridotte in piccole porzioni, vengono tuttoggi venerate nelle chiese di mezza Europa. La scoperta è arrivata per caso, e nei fedeli di Allume e di tutto il comprensorio jonico del Messinese è serpeggiato un certo stupore. Padre Roberto Romeo, da qualche anno titolare della parrocchia di Allume, rovistando tra le carte ha trovato un verbale risalente al 30 luglio 1902 relativo al passaggio di consegne tra due preti. In questo verbale sono stati descritti, con minuziosa precisione, le opere presenti all’interno della chiesa e sull’altare, quadri, suppellettili e oggetti in onoro. “Ma il passo più importante, che padre Romeo ha voluto specificare a tutta la comunità, sostiene la studiosa Giovanna Ioppolo, riguarda la descrizione di un braccio ligneo addorato con dentro la reliquia del martire San Vito. Quindi il braccio reliquario non contiene le ossa di San Liberante ma quelle di S.Vito”. Sono, a conti fatti, oltre cento anni che i fedeli ogni anno portano in processione il prezioso reliquario convinti di onorare le ossa di San Liberante quando in realtà sono i resti di un altro santo. La cosa strana è che nella chiesa di Allume al momento non si trova nessuna statua di S.Vito, in quanto l’unica di proprietà della parrocchia si trova da tempo all’Archeoclub di Catania per il restauro. Adesso la parrocchia della frazione Allume deve prendere una decisione: se continuare a portare in processione il reliquario ligneo di San Vito, spacciandolo ancora per San Liberante, oppure cancellare di colpo quest’ultimo e dedicare tutte le attenzioni al santo martire. Ma come si fa a cancellare in un attimo cento anni di storia? INTERVISTA AL PARROCO – Siamo riusciti a rintracciare padre Roberto Romeo, titolare dell’arcipretura di Allume, il quale ha spiegato che rovistando tra le carte ha trovato un verbale di consegna tra il sacerdote Pasquale Mastroeni economo e il reverendo Angelo D’Anna procuratore ed amministratore generale. “Nel verbale di consegna, spiega il rev. Romeo, c’era anche reliquario ligneo con dentro le ossa di San Liberante. Questo reliquario per un po’ di anni è rimasto nascosto perché ridotto a mal partito. Quando sono arrivato l’ho fatto rimettere a nuovo e quindi portato in processione. Attraverso la documentazione di alcuni antichi scritti è stato possibile accertare che le ossa contenute nel reliquario non sono quelle di San Liberante vescovo ma di San Vito martire. Ho fatto subito una riunione ed ho informato tutti i fedeli”. Uno stupore generale ha rotto il silenzio della chiesa. I fedeli di Allume e dei paesi vicini per oltre cento anni avrebbero pregato e venerato un santo al posto di un altro. “La storia cambia, la fede resta, ha detto una anziana signora di Allume. Per noi devote, sempre un santo è stato venerato”.
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