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Il vicegovernatore Sammartino si dimette, ecco le sue parole. Antoci (M5S): “Quadro agghiacciante”

L’ormai ex vice presidente della Regione Luca Sammartino si è dimesso. E’ stato lo stesso esponente leghista a comunicarlo e a informare con una nota il presidente Renato Schifani. Sammartino era stato sospeso per un anno dai pubblici uffici con la contestazione di corruzione aggravata nell’ambito dell’inchiesta “Pandora” eseguita nel Catanese per scambio elettorale politico – mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti.

Cosa ha detto Luca Sammartino

L’esponente della Lega ha rimesso l’incarico di assessore regionale e vice presidente della Regione “dopo essere stato raggiunto – spiega – da misura cautelare interdittiva in relazione a un’ipotesi di reato lontana nel tempo. Ringrazio il presidente per la fiducia dimostrata nei miei confronti e per il lavoro svolto fin qui. Tengo a sottolineare – scrive Sammartino – che non sono coinvolto in ipotesi di reato di mafia né di voto di scambio; sono sereno e certo che emergerà la mia totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa, che con stupore leggo mi vengono contestati. Resto fiducioso, come sempre ho dichiarato – aggiunge – e non cambierò mai idea, nei confronti del lavoro della magistratura. Continuerò a servire la mia comunità e il mio territorio svolgendo la mia attività politica e di parlamentare regionale”.

Nel frattempo sarà lo stesso governatore Schifani ad assumere ad interim le deleghe dell’ex assessore Sammartino.

Procura: da Sammartino favori per voti a candidata Pd

Da quanto emerge di nuovo rispetto all’inchiesta in atto, sembra che – come rileva l’Ansa – una delle contestazioni mosse dalla Procura di Catania a Sammartino sia quella di “uno scambio di favori, con la riduzione del numero di farmacie a Tremestieri Etneo, per ottenere voti per l’allora candidata alle elezioni europee del 2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, quando Luca Sammartino, allora deputato regionale, faceva parte del Partito democratico.

Sammartino, inoltre, si sarebbe servito di “personale dell’Arma dei Carabinieri, in servizio e in quiescenza, per attività di vigilanza e di ‘bonifica’ tecnica dei locali della sua segreteria” e cercando anche di “acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali”.

Antoci (M5S) “Quadro agghiacciante”

Su quanto accaduto è intervenuto Giuseppe Antoci, candidato del M5S alle elezioni europee, che parla di “quadro agghiacciante e sconfortante su cui farà piena luce la magistratura. In questi giorni si parla della classe politica siciliana non nel merito dell’attività amministrativa, ma per questioni giudiziarie. L’anormalità sta diventando normalità. Proprio come è accaduto troppo spesso in passato. La Sicilia ha fame di legalità e chi serve le istituzioni deve esserne testimone specchiato. La classe politica siciliana – conclude – deve trarre le opportune conclusioni e, come ho già detto in passato, autoriformarsi senza esitazioni”.

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