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Giannini: oggi servono semplicità e fantasia, nel cinema e nella vita

Roma, 25 nov. (askanews) – Giancarlo Giannini, quasi 60 anni di carriera e pi di 150 film alle spalle, ha ricevuto il premio “La stella della Mole” alla 42esima edizione del Torino Film Festival. Un’occasione anche per mostrare nuovamente uno dei suoi film pi amati, “Pasqualino Settebellezze” di Lina Wertm ller, che l’attore ricorda cos: “Pasqualino, che una storia vera, ancora adesso se lo vedi ti emoziona. Oppure ho nominato Travolti, per dire un altro film di Lina Wertmuller. Evidentemente Lina riusciva a cogliere quello che lo spettatore aveva come sensazione dallo schermo, grandi immagini insomma. Grazie a lei, insomma, non grazie a me”.

Giannini, che ha lavorato con i pi grandi registi, molto legato al cinema del passato e poco interessato a quello del presente. Anche se continua a lavorare senza sosta, visto che dopo Torino andr su un set a Cuba. “Kurosawa, I sette samurai, Kubrick, quelli sono dei capolavori. – ha detto – Otto e mezzo di Fellini, che vuoi pi di Otto e mezzo? Ma chi lo rif? Senza citare i film di tanti registi, di Franco Rosi, gli italiani s che ne hanno fatti. Per esempio quando io ero a New York e vedevo insieme a Spielberg E.T., dicevo: accidenti che bella idea che hai avuto! E lui: ma quale bella idea? Ho copiato dai film italiani, da De Sica. Quindi abbiamo insegnato a tutti a fare cinema, che devono fare adesso?”.

Oggi, secondo il grande attore e doppiatore italiano, c’ solamente bisogno di pi semplicit e fantasia. “Oggi essere semplici difficilissimo. – ha spiegato Giannini – Per noi attori pi facile perch noi rimaniamo sempre dei bambini, se non lo siamo non abbiamo la possibilit di giocare con la macchina da presa o con le storie. Ma in genere uno, invece di complicarsi la vita, deve essere pi semplice, farsi un piatto di spaghetti, gi difficile. E poi la fantasia, se non hai la fantasia cosa fai? Niente”.

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