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Europee, tra Cateno De Luca e Carlo Calenda liaison ai titoli di coda? Ecco perché

Rischia di saltare l’incontro previsto a fine mese tra i due leader. Questa mattina appelli e ultimatum di De Luca a Calenda sull’Autonomia differenziata

Prima ancora di iniziare sembra avviarsi ai titoli di coda il tentativo di accordo tra Cateno De Luca e Carlo Calenda in vista delle elezioni Europee. A fine mese dovrebbe tenersi un incontro risolutivo, in un senso o l’altro, tra i due leader. Ma potrebbe anche saltare.

La questione è tutta politica. Cateno De Luca si sta rendendo conto che, tanto nel metodo quanto nel merito, l’intesa “abbozzata” con Calenda difficilmente potrà realizzarsi – nonostante “una eccellente mediazione di Ettore Rosato” – e quindi prova a giocare d’anticipo, lanciando ultimatum, appelli per addebitare così al leader di Azione il mancato accordo.

Calenda intende sposare il progetto di Bonino e Cottarelli sugli Stati uniti d’Europa

A livello nazionale, infatti, sembra che possa trovare concretezza il progetto lanciato da ‘Più Europa’ con il manifesto di Emma Bonino sugli ‘Stati Uniti d’Europa’. Un ombrello sotto il quale le forze del fu Terzo Polo, e non solo, stanno cercando di ripararsi per riuscire a superare lo sbarramento del 4% per ottenere seggi al Parlamento europeo. Lo stesso Calenda nelle scorse ore ha dichiarato: “Noi abbiamo fatto una proposta molto chiara a ‘Più Europa’: fare una lista comune sotto la bandiere degli Stati Uniti d’Europa, e se Cottarelli fosse disponibile – come ha detto – a fare il front runner, il federatore di questa lista sarebbe una cosa positiva”. Il leader di Azione ha poi precisato: “Non faremo alleanze elettorali con Italia Viva, abbiamo già dato. Spero che ‘Più Europa’ non cada in questo tranello”. Calenda, legittimamente, anche sui contenuti sposa i temi più sensibili alla tornata elettorale. E quindi, appunto gli Stati Uniti d’Europa, la difesa comune, una maggiore integrazione europea.

Le accuse e l’ultimatum di Cateno De Luca ad Azione sul voto sul ddl Autonomia differenziata

Di contro, questa mattina, nella sua consueta diretta social, De Luca ha randellato nei confronti di Calenda e Azione per essersi astenuti sul ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata, che ieri ha ottenuto il primo via libera al Senato. “Calenda sull’Autonomia differenziata cosa pensa? Perché Azione si è astenuta? Perché Gelmini ha votato a favore?” si è chiesto il leader di Sud chiama Nord. “Voglio un chiarimento ufficiale sulla posizione di Azione. Se non c’è un chiarimento su questo tema, un chiarimento pubblico e immediato da parte di Calenda e di Azione – ha aggiunto De Luca – non abbiamo niente da dirci, non ci incontriamo, perché io il mio popolo non lo baratto per un seggio a Bruxelles, questo sia chiaro. Calenda batti un colpo sull’Autonomia, diversamente non abbiamo nulla da dirci. Ci facciamo la nostra battaglia identitaria. Ovvio che le Europee, a questo punto, diventano un referendum che riguarda non solo il destino del meridione, ma il destino del sistema Italia”.

I chiarimenti di Calenda sui social sull’Autonomia differenziata

Risposte e chiarimenti che, indirettamente, Calenda ha già fornito questa mattina sui social, su X (ex twitter), rispondendo a una domanda del giornalista del Corriere della Sera, Goffredo Buccini, sul perchè Azione non avesse votato contro il ddl sull’Autonomia. “Per molte ragioni – spiega -: 1) abbiamo fatto partire noi il processo; 2) lo abbiamo confermato durante il governo Draghi; 3) la definizione dei lep (livelli essenziali delle prestazioni) e dei costi standard farà venire alla luce le disfunzioni ad esempio sulla sanità nelle regioni dove la spesa pro capite è alta e i servizi pessimo; 4) a questa riforma è agganciato il federalismo fiscale che è parte del PNRR di Draghi e che determina il pagamento dell’ultima rata da 36 mld”. Inoltre, con riferimento al voto a favore della Gelmini, Calenda ha ricordato che aveva già votato sì da ministra del governo Draghi.

Lo spazio per un accordo tra De Luca e Calenda è sempre più stretto

Se questi sono i presupposti, è chiaro che lo spazio per un punto di incontro si fa sempre più stretto. Anzi, tra le righe emerge proprio la strategia politica di De Luca su come impostare la sua campagna elettorale. Usare il grimaldello dell’Autonomia differenziata per giustificare la rottura con Calenda e provare a radicalizzare il voto di opinione in Sicilia e al Sud in particolare.

Del resto come ha spiegato il segretario provinciale messinese di Azione, Andrea Ferrara, in un’intervista a tempostretto.it: “presentarsi nella nostra circoscrizione, noi (Azione, ndr) a fare campagna elettorale sui temi dell’integrazione europea e magari qualcuno sotto il nostro stesso simbolo a sventolare bandierine autonomiste.. potrebbero emergere differenze di visione…”.

D’altro canto, nelle valutazioni di De Luca potrebbe pesare anche il dialogo che sta andando avanti col Pd e M5S a livello regionale e, molto probabilmente, anche per le elezioni provinciali. Che potrebbero essere prima del previsto. Sarebbe complicato anche per l’eclettico leader di ScN veicolare un messaggio politico che tenga insieme l’europeista Calenda e i suoi acerrimi avversari politici, il M5S.

Leggi anche: Una domanda per l’onorevole Cateno De Luca

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