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martedì, Dicembre 3, 2024
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Che Natale sarà per i nostri “ragazzi speciali”: Riflessione sull’autismo

Il Natale, si sa, dovrebbe essere la festa di tutti, compresi coloro che sono stati toccati da un avverso destino. Si, mi riferisco ai soggetti autistici, un “popolo”, purtroppo, in amara crescita. Non si vuole, certo, disquisire sull’aspetto medico del problema, ma si cerca di evidenziare la problematica sociale in un contesto politico – culturale non all’altezza della nostra storia, dove certi valori quali la cristianità e la solidarietà sembrano siano entrati in una crisi quasi irreversibile. L’autismo è una disabilità che si manifesta sin dall’infanzia e rappresenta una delle sindromi più complesse dell’età evolutiva. I “ragazzi speciali” presentano gravi difficoltà nell’interazione reciproca, nella comunicazione; spesso il linguaggio verbale, quando presente, non risulta adeguato al contesto; le attività e le parole sono spesso ripetitive. Altra caratteristica dell’autismo è la difficoltà ad esternare i propri sentimenti. Fatta la dovuta premessa, vi è da sottolineare che, a differenza dagli addetti ai lavori e mi riferisco a chi vive in famiglia il problema dell’autismo, non so dire se la maggior parte della società civile  si sia posto l’interrogativo di come vive il periodo natalizio  il soggetto autistico. Vivendo in un mondo a dir poco impenetrabile, il soggetto autistico sente il periodo natalizio con molto anticipo, quasi a voler ricordare agli altri che l’evento più bello dell’anno sta per arrivare e che dobbiamo prepararci ad accoglierlo. Chi ha vissuto accanto ad un soggetto autistico ha potuto constatare un aspetto interiore incredibile associato ad una intelligenza per certi aspetti oltre la normalità. Alcuni hanno avuto la “fortuna” di incontrare sulla loro strada persone ben disposte ad accoglierli e che hanno dimostrato loro tutto quel bene di cui hanno bisogno.  Ciò significa che qualche passo avanti si riesce a fare. Ben venga, allora, la festa più bella dell’anno, periodo in cui tutti devono essere più buoni, salvo poi dimenticarsi nel periodo successivo. Ben venga il  S.Natale se porta anche una ventata di ottimismo tendente a  scuotere la coscienza sociale sul problema dell’autismo. Ed allora Buon Natale anche a Te, ragazzo mio “speciale”! (Antonio Scarcella)

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