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Banche, S&P: italiane resterranno redditizie, ma saliranno differenze


Roma, 14 nov. (askanews) – La redditività delle banche in Italia è destinata a perdurare, mentre i cali dei tassi di interesse si rifletteranno solo gradualmente sulle loro performance. Nella maggior parte degli istituti della Pensile le perdite sul credito resteranno gestibili, ma al tempo stesso si faranno più evidenti le differenze tra le varie banche. In sintesi è lo spaccato sulle banche tricolori tracciato da S&P Global, nel suo rapporto sulle prospettive globale del settore bancario.

Nel capitolo sull’Italia, l’agenzia di rating pronostica una risalita media dell’1% sui prestiti erogati il prossimo anno, dopo il meno 2% stimato sull’intero 2024. “E’ probabile che le condizioni economiche si stabilizzino, mentre ci attendiamo una ripresa del Pil dell’1%”.

“Tuttavia i livelli elevati di deficit e debito pubblico pesano sulla capacità del governo di sostenere ulteriormente l’economia”, aggiungono da S&P. L’agenzia prevede che il livello medio di ritorno sul capitale delle banche tricolori continuerà ad essere superiore al 10% nel 2025.

Passando al panorama globale del settore bancario, S&P prevede una relativa stabilità dei rating nel 2025 e offre un giudizio di “cauto ottimismo” nel titolo del rapporto. Attualmente, circa l’80% dei gruppi bancari ha un Outlook stabile ed l’agenzia si attende che questa tendenza continui nel 2025.

S&P vede quattro principali rischi al ribasso per i rating bancari, riporta un comunicato: un rallentamento inatteso dell’economia globale; un deterioramento del settore immobiliare peggiore del previsto; tassi di interesse ancora elevati che si sommano all’elevata leva finanziaria dei governi e delle imprese; infine, vari rischi in evoluzione, tra cui le nuove tecnologie (come l’intelligenza artificiale), il cambiamento climatico e il cyber, che potrebbero ampliare la differenziazione del credito, dal momento che l’adattamento a tali cambiamenti potrebbe rivelarsi positivo o negativo. S&P non prevede venti favorevoli a livello macro, sufficienti a rafforzare il merito di credito delle banche.

E dopo la recente vittoria alle presidenziali Usa di Donald Trump, S&P prevede che il settore possa in generale adattarsi bene a qualsiasi impatto di secondo ordine derivante dall’aumento delle tariffe commerciali globali o da altri cambiamenti successivi alle elezioni statunitensi. S&P prevede che le perdite creditizie globali aumenteranno di circa il 7%, raggiungendo 850 miliardi di dollari nel 2025.







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