La messa in scena dello spettacolo “Una storia di baffi” ai Magazzini del Sale, a cura del Teatro dei Naviganti con la regia di Domenico Cucinotta e da lui stesso interpretato, insieme a Mariapia Rizzo, ha suscitato grande interesse e partecipazione intensa del pubblico intervenuto. Sicuramente gli artisti sono stati abili interpreti di una storia complessa e assurda di vita quotidiana, attraendo i presenti dentro i dialoghi serrati di coppia, centrati sull’incomunicabilità, sconvolta da un pretesto banale di baffi rasati, evidenziando un substrato esistenziale fragile, competitivo, da combattimento. Dentro questa situazione s’innesta un sospetto complotto contro la qualità specifica dell’essere uomo, che appare frammentato, colpito e condotto al naufragio della ragione dentro un mare di confusione e di distrazione. Tutto l’intreccio della trama si dipana attraverso monologhi incisivi mirati a descrivere la deriva di una società disorientata e ferita, incerta e timorosa, prigioniera di ciò che produce, incapace di elaborazione degli eventi e deprivata della stessa identità umana. Lo spettacolo, ben congegnato, all’interno delle sicurezze presunte della famiglia ordinaria e delle tenerezze apparenti di un rapporto consolidato negli anni trascorsi insieme, traccia un solco, innesca un movimento, delinea un’atmosfera inquietante che lascia l’amaro in bocca, ma suscita il desiderio di liberazione dalle catene del malessere relazionale. Il divano di casa, le pause di connessione, le luci mirate, i vestiti colorati, la musica elettrizzante, il silenzio pesante, i corpi, volutamente imbarazzati, dei personaggi, immersi in un contessto surreale, hanno svelato un messaggio sottile. Si evoca l’incipiente follia, la disperazione esclusiva per arrivare al fallimento definitivo che, mentre cade nelle tenebre oscure del vuoto, riassesta il disordine e ricomincia un altro testo possibile. Si tratta di una vera prova d’autore, la forma nuova della vita drammatizzata da geniali professionisti dell’arte che permettono di guardarsi allo specchio e rispondere alle vecchie domande esistenziali di questo tempo: chi sono io, da dove vengo, dove vado, come e perchè ci sto qui dove sono?
Ai Magazzini del sale di Messina “Una storia di Baffi”
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