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A dicembre arriva il conguaglio per le pensioni. Ecco quanto valgono gli aumenti

Con l’assegno di dicembre arriva il conguaglio delle pensioni 2023. L’operazione consiste nell’adeguare gli assegni pensionistici al valore definitivo dell’inflazione.

Inizialmente si pensava si potesse anticipare l’aumento a novembre, ma il governo ha fatto slittare tutto a dicembre per dare più tempo all’Inps di preparare l’intervento comunque in anticipo rispetto al conguaglio che normalmente viene pagato a gennaio.

Alcuni esempi (come riportato su La Stampa):

– gli assegni minimi nel 2023 salgono da 572 euro a 576 euro e da 599 a 604 euro per gli over 75 (in questo caso il conguaglio per le pensioni minime si cumula con la rivalutazione ulteriore dell’1,5% – che è del 6,4% per gli over 75 – già messa in campo a fine 2022);

– chi prende una pensione da mille euro otterrà un conguaglio di 104 euro (corrispondenti a 8 euro per tredici mensilità);

Altri esempi (simulazioni su La Stampa):

– le persone con pensioni fino a quattro volte il minimo, ovvero 2.100 euro al mese (il minimo corrisponde a 525,38 euro), metteranno in tasca 218 euro (poco più di 16 euro per tredici mensilità);
– per gli assegni tra quattro e cinque volte il minimo l’aumento sarà di 232 euro per chi si avvicina ai 2.600 euro di pensione;
– per gli assegni tra cinque e sei volte il minimo, con una pensione da 3.100 euro il bonus sarà pari a 170 euro;
– con una pensione tra sei e otto volte il minimo, ad esempio da 4.200 euro ci sarà un aumento di 205 euro (15,80 al mese);
– per i pensionati d’oro con un assegno superiore a dieci volte il minimo, circa 5.250 euro, ci sarà un aumento di 174 euro, pari a 13,45 al mese.

Le possibili novità da gennaio

Con la manovra economica, però, si legge sempre sul giornale “potrebbe arrivare un taglio all’indicizzazione delle pensioni a partire da gennaio. Il testo della legge di Bilancio approvata il 16 ottobre non è ancora stato depositato in Parlamento, però a quanto si apprende l’esecutivo intende fare cassa proprio con la rivalutazione e risparmiare almeno un miliardo di euro. L’ipotesi sul tavolo del Tesoro prevede un aumento dall’85 al 90% della rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo e un forte taglio, dal 32 al 22%, o comunque ampiamente sotto il 30%, delle pensioni d’oro, quelle oltre dieci volte l’assegno minimo. Le fasce intermedie, invece, potrebbero non essere toccate, perlomeno quelle fino a tremila euro”.

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