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sabato, Agosto 16, 2025
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Taormina: vetro e veleni

Non è certo la prima volta che Cateno De Luca risponde con toni sopra le righe. Il suo stile è quello di chi non ama il galateo istituzionale, ma preferisce il palcoscenico, anche quando si tratta di vetro da ritirare. Eppure, dietro la teatralità del personaggio, c’è un amministratore che ha fatto ciò che molti promettono e pochi realizzano: ha rimesso Taormina in piedi. E non con le chiacchiere, ma con i fatti. Taormina, prima dell’arrivo di De Luca, era una città in caduta libera. Il dissesto finanziario lasciato dalla giunta Bolognari non era solo una questione di bilanci: era il riflesso di un sistema dove le regole erano opzionali e l’interesse pubblico un concetto evanescente. Pagare le tasse? Un gesto da ingenui. Rispettare le ordinanze? Una cortesia, non un dovere. In questo contesto, De Luca ha fatto il lavoro sporco: ha imposto ordine, ha chiesto disciplina, ha preteso rispetto per la cosa pubblica. Che poi lo faccia con il piglio del capocomico, è parte del pacchetto. Ma i risultati parlano chiaro: Taormina è tornata ad essere un centro di attrazione mondiale, non solo per il suo paesaggio, ma per la sua offerta culturale, per la sua capacità di ospitare eventi di moda e spettacolo, per la sua rinnovata immagine. Non è più la città canaglia dove ognuno faceva come gli pareva. È una capitale mediterranea, con ambizioni europee. Siamo convinti che i cittadini firmatari della petizione abbiano anche sottoscritto una regolare dichiarazione dei redditi, che siano ineccepibili nelle loro posizioni tributarie, e che si possa dire di loro, come Marco Antonio dice di Bruto nel Giulio Cesare di Shakespeare: “Ma Bruto è un uomo d’onore”. Il che, sia chiaro, non significa che chi non è in regola debba essere brutalizzato da chicchessia. Ma un pizzico di coerenza, in certi casi, aiuterebbe a rendere più credibili anche le lamentele sul vetro mattutino. In fondo, De Luca non è un sindaco da salotto. È un sindaco da cantiere, da bilancio, da ordinanza. E se ogni tanto sbotta, lasciamoglielo fare. Perché tra una battuta e una sfuriata, ha fatto quello che nessuno prima di lui aveva avuto il coraggio – o la voglia – di fare: governare davvero. (Vincenzo Lombardo)

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