Il 71,9% è italiano, oltre la metà sono donne
Sono 12.351 le persone accolte nel 2024 dai 182 centri d’ascolto delle 17 diocesi siciliane, pari al 4,4% del totale nazionale. È quanto emerge dal Report statistico 2025 di Caritas Italiana, che fotografa una situazione complessa e in peggioramento, segnata da disagio abitativo, dispersione scolastica, denatalità e precarietà lavorativa.
La Conferenza Episcopale Siciliana (Cesi) sottolinea che “il quadro che emerge è complesso”: il 71,9% degli utenti è italiano e oltre la metà sono donne. Resta critico soprattutto il disagio abitativo, considerato l’allarme sociale più urgente, nonostante sul territorio non manchino immobili potenzialmente recuperabili. A questo si somma la dispersione scolastica, fenomeno che – avverte la Cesi – impone alle comunità locali di rimettere “l’educazione al primo posto”.
Preoccupa anche la denatalità: nel solo 2024 la Sicilia ha perso 22mila residenti tra calo delle nascite e migrazioni. Non migliore il quadro del lavoro, che “rimane un nodo critico”: quasi un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora. Aumentano gli occupati, ma soprattutto con contratti part-time o stagionali, insufficienti a garantire autonomia economica. In alcune zone si registra inoltre la diffusione del “lavoro povero”, forme di impiego mal retribuite o borderline con lo sfruttamento.
Sul fronte sanitario, Caritas segnala un incremento delle fragilità psicologiche e delle richieste di supporto: un fattore decisivo, spesso determinante nel passaggio dalla vulnerabilità alla povertà assoluta.
Nel giorno della IX Giornata Mondiale dei Poveri, sul tema “Sei tu, mio Signore, la mia speranza”, il direttore regionale di Caritas Sicilia, Domenico Leggio, richiama l’importanza di un impegno stabile e condiviso: non iniziative “per” i poveri, ma “con” i poveri. E soprattutto, non solo in giornate simboliche, ma attraverso “piccole attenzioni quotidiane che fanno sentire ciascuno parte viva della comunità”.


