La sanità siciliana torna al centro di un nuovo scandalo giudiziario. La Procura di Palermo ha scoperchiato un sistema criminale che, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito per anni gli appalti sanitari come un affare privato. Dieci le persone indagate, tra cui dirigenti pubblici, lobbisti, imprenditori del settore sanitario attivi a livello nazionale e collaboratori vicini a figure politiche di rilievo. Il quadro emerso dall’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, tratteggia una “corruzione sistemica” che avrebbe alterato gare per un valore complessivo di 130 milioni di euro.
Secondo le accuse, i pubblici funzionari coinvolti avrebbero fornito in anticipo documentazione riservata agli imprenditori “amici”, manipolato i capitolati su richiesta delle aziende e, in alcuni casi, revocato bandi non graditi agli interlocutori. In cambio, sarebbero stati ricompensati con tangenti, incarichi di consulenza fittizi o favori personali, come assunzioni per familiari.
Le misure cautelari disposte dal GIP, vanno dagli arresti domiciliari agli obblighi di dimora, passando per provvedimenti interdittivi. Tra gli indagati figura il commercialista Antonio Sciacchitano, considerato uno dei protagonisti del sistema, che grazie a ruoli strategici all’interno delle aziende sanitarie siciliane avrebbe avuto il controllo diretto su almeno cinque gare.
Tra le gare finite nel mirino figurano: il servizio di gestione e manutenzione delle apparecchiature biomediche dell’ASP di Trapani (2021), vinto dalla società Polygon; il servizio integrato di sterilizzazione e fornitura di strumentario chirurgico per l’ospedale Civico di Palermo (2022); il bando per la gestione delle aree operatorie e strumentario dell’ASP di Caltanissetta (2021); il servizio pasti a basso impatto ambientale, sempre a Caltanissetta (2022); il contratto quinquennale per la gestione di biancheria, divise e guardaroba dell’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo.
Particolarmente eloquenti alcune conversazioni intercettate dagli inquirenti. Sciacchitano, intercettato mentre parlava delle gare per apparecchiature elettromedicali e sterilizzazione, affermava: “Ballano milioni di euro… sono terrorizzati da me perché ho puntato le gare, le proroghe!”. In un altro passaggio, riferendosi al direttore generale di un’azienda ospedaliera, aggiungeva: “Mi disse: ’Ni’, se mi arriva l’ispezione ora, m’ammazzano!’”.
Sciacchitano si vantava anche di rapporti diretti con la direzione dell’ospedale Civico di Palermo e della propria influenza sugli incarichi di vertice. In un’altra intercettazione, racconta di aver fatto pressione per la nomina di un provveditore: “Ho tirato fuori i coglioni, li ho messi sul tavolino e ho detto: o fai sta cosa o il rapporto è chiuso”.
L’inchiesta, ultimo capitolo di una più ampia indagine avviata negli anni scorsi, conferma quanto il sistema degli appalti sanitari in Sicilia sia vulnerabile a condizionamenti e abusi. Un settore fondamentale per la salute pubblica che, ancora una volta, si scopre gravemente esposto agli interessi privati, alle pressioni politiche e alla corruzione sistemica, come definito dalla stessa Procura.