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mercoledì, Agosto 13, 2025
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Raddoppio Ferroviario, i camion che transitano tra Roccalumera, Furci, S.Teresa e S.Alessio sono un serio pericolo

Il Comitato Jonico Beni Comuni e altre Associazioni della Riviera jonica durante una riunione hanno ribadito i pericoli ed i disagi nel corso dei lavori per la realizzazione della tratta ferroviaria Giampilieri Fiumefreddo, anche perché intorno a questo progetto regnerebbe una sorta di omertà E a conclusione dei lavori è stato ribadito  che Comitato e Associazioni non sono contrari  alla realizzazione dei lavori della nuova tratta ferroviaria ma vogliono avere contezza di come ed in che misura quest’opera impatta ed impatterà sul territorio già fragile e tragicamente violentato da cementificazione e antropizzazione selvaggia. Nel comunicato finale specificano: “Nessuna opera pubblica fatta nell’omertà e nel silenzio può dare i risultati sperati. Il Comitato ha ribadito con forza che trasparenza e partecipazione civica sono imprescindibili per un’opera infrastrutturale di tale portata, che non nasce per il territorio ma viene calata sul territorio. Un’opera destinata a durare decenni, che già nella fase iniziale sta generando notevoli disagi per i cittadini. Tra i disagi, da non trascurare il sostenuto transito di mezzi pesanti tra Roccalumera, Furci, Santa Teresa di Riva e Sant’Alessio, che oltre a preoccupare per il pericolo per l’incolumità delle persone che circolano sul lungomare, inquieta per l’incontrollato e non testato inquinamento atmosferico e acustico. A destare preoccupazione è la perdurante resistenza a fornire la prescritta informativa ambientale, fondata su dati di monitoraggio obiettivi ed attendibili ed a norma di legge accessibili a chiunque ne faccia richiesta, mentre cresce la percezione pubblica di un impatto gravemente irreversibile su ambiente, salute e qualità della vita. Stupiscono, dunque, le notevoli resistenze opposte dall’Osservatorio al Comitato di rendere di pubblico dominio l’informativa ambientale, sulla base dell’argomentazione – platealmente smentita dalla lettera e dallo spirito della normativa di riferimento – che i dati sarebbero di  proprietà di RFI e dunque divulgabili  su autorizzazione di quest’ultima (sic!). È stato anche evidenziato dall’Osservatorio che la pubblicazione dei dati potrebbe dare adito a preoccupazione e strumentalizzazioni, in particolare sui social media, da parte di soggetti non meglio definiti mossi da intenti “propagandistici” o alla ricerca di “like”. Tuttavia, l’unica operazione realmente contropropagandistica oggi visibile è il rifiuto dell’Osservatorio di ottemperare all’obbligo di legge di elaborare e divulgare l’informativa ambientale. L’Osservatorio, che si è impegnato ad avviare un percorso per soddisfare le richieste del Comitato attraverso l’implementazione di una sezione dedicata sul sito web, ispirata al modello del Terzo Valico dei Giovi, ha invitato il Comitato a presentare a tal fine formale richiesta. Il Comitato ha pertanto inviato in data 12 agosto una terza PEC, con una richiesta dettagliata tendente ad ottenere l’accesso all’informativa ambientale (informazione dovuta nei termini che si evincono dai siti degli Osservatori ambientali e di Italferr) e che afferisce ai dati del monitoraggio su: acque sotterranee, acque superficiali, atmosfera, suolo, vegetazione, fauna, vibrazioni, rumore, elettromagnetismo e ambiente sociale”.

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