La Radioterapia dell’Ospedale di Taormina compie un importante passo in avanti nella cura oncologica, grazie all’introduzione della tecnica del Breath Hold per il trattamento del tumore alla mammella sinistra. Un’innovazione che colloca la struttura tra i centri più avanzati in Sicilia nel campo della radioterapia.
La nuova procedura, resa possibile dall’installazione di due moderni acceleratori lineari, consente di proteggere il cuore durante l’irradiazione. Il Breath Hold – trattenimento volontario del respiro da parte della paziente – permette infatti di allontanare il cuore dall’area irradiata, riducendo sensibilmente l’esposizione dell’organo alle radiazioni. Un vantaggio fondamentale, che può diminuire il rischio di effetti collaterali a lungo termine e migliorare la precisione e l’efficacia del trattamento.
Il progetto è stato avviato grazie all’impegno congiunto del Dipartimento Oncologico e della Direzione Strategica dell’ASP di Messina, che hanno investito in formazione, tecnologie di ultima generazione e competenze professionali, con l’obiettivo di garantire cure sempre più sicure, mirate e personalizzate.
“Siamo orgogliosi di offrire alle nostre pazienti una tecnica conforme ai più alti standard internazionali”, ha dichiarato il Dott. Angelo Di Pietro, Direttore della Struttura di Radioterapia.
“L’implementazione del Breath Hold è il risultato di un lavoro di squadra che ha coinvolto medici, fisici, tecnici e infermieri”, ha aggiunto il Dott. Nando Romeo, Responsabile della Fisica Sanitaria.
Grande soddisfazione anche da parte della Direzione Strategica dell’ASP di Messina. Il Direttore Generale Giuseppe Cuccì, il Direttore Amministrativo Giancarlo Niutta e il Direttore Sanitario Giuseppe Ranieri Tramarchi hanno sottolineato come “questo traguardo rappresenti un ulteriore passo avanti per la sanità del territorio e un impegno concreto nel migliorare la qualità delle cure offerte ai cittadini”.
La Radioterapia di Taormina si conferma così un punto di riferimento per l’oncologia del Sud Italia, dimostrando che anche nei contesti territoriali è possibile fare medicina di alto livello, mettendo sempre al centro il benessere e la sicurezza del paziente.