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mercoledì, Luglio 30, 2025
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Carmelo Sturiale, novello Richelieu, dietro il nuovo movimento Noi Ci Siamo

SANTA TERESA DI RIVA

Il maresciallo Carmelo Sturiale, meglio conosciuto come il Richelieu della politica santateresina, ex amministratore negli esecutivi guidati da Jaria, Muscolino e Bartolotta, da ben trent’anni sulla breccia, primo sostenitore alle Amministrative del 2012 di Cateno De Luca, con il quale ruppe subito dopo la vittoria a sorpresa dell’ex deputato regionale, per motivi che non è dato sapere ufficialmente, ieri ha scoperto le sue carte, mandando avanti otto baldi giovani (Fabio Palella, Adriano Nicotra, Giuseppe Migliastro, Salvatore Bongiorno, Riccardo Chillemi, Giuseppe Arpi, Sebastiano Pinto e Francesco Brancato) che hanno sottoscritto il manifesto del nuovo movimento “Noi ci siamo” (di cui Gazzetta del Sud ha riferito ieri), che si presenta alla cittadinanza come alternativa all’Amministrazione dello “straniero” Cateno De Luca.

Un documento di presentazione che è una sorta di decalogo su come dovrà essere il futuro sindaco di Santa Teresa secondo la loro visione della politica.

In pratica si disegna la figura del sindaco prossimo venturo che è esattamente opposta a quella rappresentata da Cateno De Luca in questi quattro anni e mezzo di governo della cosa pubblica cittadina.

Un affresco quasi michelangiolesco del “cattivo” De Luca: «Il sindaco dovrà essere una persona che si identifica nel popolo; dovrà essere equo, altruista e a disposizione della cittadinanza tutta. Dovrà amministrare senza ambiguità, narcisismo, egoismo e sete di potere. Dovrà amministrare per gestire il potere e non gestire il potere per amministrare».

Da che pulpito viene la predica, verrebbe da dire! Ma il diavolo non è così brutto come lo si dipinge, soprattutto quando a guidare il pennello c’è acredine, voglia di rivalsa, se non addirittura odio.

Il maresciallo Sturiale, oggi a capo di un drappello che mira a ribaltare De Luca dalla sua poltrona (ma si ribalterà da solo visto che non si ricandiderà), è lo stratega di questa operazione-futuro che ha imbarcato persone che di politica ne masticano da anni, spesso protagonisti di clamorosi ribaltoni, ma che appaiono come le facce pulite dietro le quali si nascondono gli impresentabili, coloro, cioè, che secondo l’opinione pubblica, hanno portato Santa Teresa allo sfascio.

Forse non è così come dice la gente, Sturiale, però, al primo comizio dovrebbe spiegare perché ha rotto con De Luca, perché ha rotto con Lo Schiavo, perché ha rotto con Morabito.

Dica pane al pane, prima di (ri)presentarsi come salvatore della patria, facendos precedere da quei giovani che lo seguono e che sono il fiore all’occhiello di Santa Teresa di Riva.

Da qui in avanti non è difficile prevedere altri colpi scena nella corsa già partita e che porterà il prossimo anno alle elezioni amministrative.

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