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giovedì, Maggio 22, 2025
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Giornata di fraternità parrocchiale “Santa Maria del Carmelo” S. Teresa di Riva

Qualche giorno fa, si è svolta la giornata di fraternità parrocchiale e la comunità della Madonna del Carmelo, guidata dal parroco Don Fabrizio Subba, si è recata in visita del Presepe Vivente di Casentini, grazioso villaggio ai piedi dell’Etna. E’ stata una bella mattinata, trascorsa nel Parco Oasi Naturalistico, dove è stato realizzato un Presepe caratteristico, animato in modo efficace secondo l’antica tradizione, arricchito dalla possibilità di gradevoli degustazioni e favorito dalla bellezza di un paesaggio suggestivo.

Nel tardo pomeriggio è stato visitato il Santuario giubilare della Madonna di Valverde, la Vergine dallo sguardo dolce, così è stata data a ciascun pellegrino l’occasione di attraversare la Porta Santa ed esprimere una preghiera di supplica per essere sostenuti nel cammino di fede ed essere aiutati a conoscere ed amare Gesù. La sera, appena giunti alla casa delle Monache Carmelitane di clausura di San Giovanni La Punta (CT), sono stati recitati i primi vespri della domenica della Sacra Famiglia insieme a loro, potendo apprezzare il valore di un momento di preghiera corale. Subito dopo, padre Fabrizio ha offerto ai fedeli della parrocchia la possibilità di intrattenersi con due suore carmelitane attraverso le grate per conoscere meglio, facendo domande attinenti, come trascorrono la giornata all’interno della loro comunità, costituita attualmente da otto monache.

Si è venuti a sapere che il loro tempo, a cominciare dalla sveglia alle ore 5,20, è scandito dalla preghiera della “liturgia delle ore”, dal SS. Rosario, dalla meditazione personale, dalla celebrazione eucaristica, da laboratori di lavoro per qualche ora di mattina e di pomeriggio, dall’assistenza alle monache anziane e malate e da relative pause di ricreazione e di condivisione. Il momento più coinvolgente per i parrocchiani pellegrinanti è stato il racconto della vocazione della madre priora che, da giovane studentessa impegnata nel volontariato, ha provato il limite della sua attività e della voglia di aiutare i più deboli.

E’ stato un pensiero di Edith Stein “ Non è l’attività umana che ci possa aiutare, ma la passione di Cristo; ogni volta che sperimento l’insufficienza dell’apostolato diretto, sento più viva l’urgenza dell’olocausto di me stessa” a farle capire il desiderio di consegnare la propria vita a Dio, di arrendersi a Lui che può tutto. La madre priora ha, quindi, specificato che la sua chiamata è avvenuta tramite la carità e che “non siamo noi a scegliere, ma è Dio che sceglie e dona la forza di assumere qualsiasi servizio in funzione della salvezza perché da Dio proviene la serenità, la pace e la pienezza di vita”. Di seguito ha pure spiegato che la clausura non è chiusura al mondo e separazione dalle fatiche umane, ma diviene il passaggio alla quotidianità di una vita chiamata a guardare oltre, più in là, per fissare gli occhi, la mente ed il cuore sulle meraviglie operate da Dio ogni giorno nella storia dell’uomo. L’altra suora, rispondendo ad una richiesta, ha rilevato che l’estasi della preghiera sta nella capacità di uscire fuori dalla propria cella di egoismo, comodismo, possesso, e dedicarsi ai bisogni degli altri, affrontare la normalità di tutti i giorni, i contrasti e le sofferenze con amore.

L’incontro si è prolungato in forma colloquiale ancora fino a quando non è venuta fuori la proposta di padre Fabrizio di trascorrere una giornata di ritiro nella foresteria del monastero in modo da poter approfondire ulteriormente la conoscenza ed apprezzarne gli insegnamenti sulla parola di Dio. Il saluto è avvenuto con una preghiera e cantando insieme l’inno alla Madonna del Carmelo, un modo simpatico di esprimere la gioia provata e la comunione che si è stabilita, indipendentemente dalle grate, e di sentire la loro vicinanza da fratelli in Cristo che camminano nella luce della sua presenza con il sostegno di Maria, nostra madre e sorella. Si è così conclusa la giornata di fraternità parrocchiale con una nuova esperienza che ci porta a continuare il viaggio da cercatori di Dio in tutti i momenti della nostra vita personale e comunitaria e nei luoghi in cui siamo chiamati a stare.

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