SANTA TERESA DI RIVA – L’Assessorato regionale alla Famiglia ha chiesto chiarimenti al comune di Santa Teresa di Riva sulla scelta di revocare l’adesione al Piano di Zona 2013-2015 del Distretto socio-sanitario D32 di Taormina, così come approvato dal Comitato dei Sindaci il 3 luglio, per il quale, come è noto, c’è una offensiva lanciata da un gruppo di associazioni di volontariato che non ne condividono i metodi di spesa. Il Comune replica all’assessorato alla Famiglia chiedendo la convocazione del comitato dei Sindaci per rivalutare il Piano di Zona a fronte delle esigenze riferite ai soggetti disabili del Comune di S. Teresa di Riva.
A rispondere all’assessorato è intervenuto con una nota il vice sindaco Nino Famulari che ha ribadito come la decisione della giunta di Santa Teresa di riva sia nata “da una analisi più approfondita degli interventi programmati, anche sotto il profilo politico-sociale e del rapporto costo-benefici, in quanto le azioni progettuali proposte non appaiono soddisfacenti sul piano dell’efficacia e dell’efficienza rispetto al modello dei servizi socio-assistenziali a cui questa Amministrazione intende pervenire in linea coi principi della L 328/2000”.
L’ing. Famulari ha inoltre chiarito che la decisione del Comune di Santa Teresa di Riva di revocare la propria adesione al PdZ nasce dalla constatazione che lo stesso Piano, al di là delle dichiarazioni di principio espresse in quella sede da parte dei funzionari del Distretto e responsabili del Gruppo Piano, ad una verifica pratica operata dai propri uffici “non risponde all’indicazione impartita dallo stesso Comitato dei Sindaci relativamente all’assistenza ai disabili gravi come priorità di intervento riducendo in maniera inaccettabile gli interventi di assistenza individualizzata e inserendo interventi (assistenza igienico-sanitaria presso le scuole) già coperti dai bilanci comunali; inserisce un criterio incoerente rispetto allo spirito di riequilibrio delle risorse sul territorio proprio della 328/00 destinando risorse economiche ai singoli comuni in ragione del numero di abitanti; pratica un’azione di lotta alla povertà (fondo di solidarietà) che ancorchè non compare fra le proposte del tavolo tematico di riferimento, rappresenta con la previsione di interventi una tantum pari a 400 € a famiglia un intervento inutile quando non uno spreco inaccettabile di risorse; ripropone lo strumento dell’assegno civico, già attuato e finanziato da tutti i comuni del distretto (tramite accordi con l’ATO, il proprio bilancio comunale o altri fondi ad hoc), che si è rivelato strumento meramente assistenziale essendo privo di prospettive di inserimento lavorativo proprie di strumenti più idonei quali le borse lavoro”.
Ed a scanso di equivoci Famulari sottolinea nella sua dettagliata relazione inviata all’Assessorato che “l’azione di revoca avviata dal Comune di S. Teresa di Riva non è mirata tanto a bloccare lo strumento programmatico distrettuale, quanto a riaprire un dialogo con le forze sociali e le associazioni dei familiari che hanno espresso seri e motivati obiezioni all’attuale Piano di Zona, proponendo fra l’altro ipotesi alternative che il Comune ritiene più idonee e rispondenti alle priorità individuate in sede di Conferenza di Servizi dal Comitato dei Sindaci”.