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domenica, Giugno 8, 2025
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La morte improvvisa e prematura: un segnale d’attenzione!!!

La vita spezzata inaspettatamente suscita sempre una reazione diffusa in larghi strati della società di oggi e si evoca l’ingiustizia, il torto immeritato, la cattiva sorte, anche se tutto deriva da un immaginario comune, pieno di paure ancestrali, di sgomento, di inquietudine, di rabbia latente nell’ordinaria quotidianità.

Quando si muore all’improvviso appare subito chiaro che noi siamo “esseri nel tempo” che, come l’erba ed il fiore del campo svaniscono in un giorno, siamo come l’ombra e la brezza  che passano, ci ricordiamo di essere polvere. Tutti questi simboli richiamano la fragilità e la caducità della realtà umana per cui si deve tenere presente che la morte è più certa della vita e non si possono opporre limiti di alcun genere, ma occorre prenderne coscienza senza mai negarla in qualunque modo avvenga, se pur prematuramente.

“Devi morire” (Sir.14,17) è una legge da sempre e bisogna ricordarsi della propria fine perché altrimenti non si riesce a maturare e cogliere l’essenza della propria esistenza. Nel detto popolare si riporta l’espressione che “sulla terra siamo tutti di passaggio” che può essere più lungo o più corto ma tutti chiamati alla stessa destinazione in quanto non siamo padroni assoluti della nostra vita, ma semplici amministratori di quanto ricevuto in dono.

La fine imprevista ci coglie di sorpresa è vero ma ci scuote, ci sconvolge e ci mette davanti alla realtà dei fatti, dimostrandoci che non possiamo determinare il futuro e predisporre piani secondo la nostra volontà perché tutto è nelle mani di Dio, che non segue la logica del mondo e spesso ci invia segnali da leggere con attenzione.

La trama della storia corre veloce e si susseguono di generazione in generazione tempi nuovi, spazi nuovi, uomini nuovi alla scoperta delle ragioni del vivere e si diventa, alla luce di quanto accade sotto i nostri occhi, più propensi a credere che non si debba fuggire né giocare di furbizia, non si debba rimandare né agire con superficialità perché c’è un rendiconto finale, un Oltre ed un Al di là, l’Eternità e l’Infinito, il Trascendente e l’Invisibile.

Tutto questo è inscritto nel cuore degli uomini, che sentono la nostalgia di Dio, lo cercano con responsabilità e provano il desiderio di incontrarLo, impegnandosi nel presente ad essere vigilanti perché non si conosce il momento e bisogna prepararsi alla battaglia quotidiana, non conformarsi alla mentalità di questo mondo ma dedicarsi alle virtù ed alle opere buone.

L’incertezza della fine di ciascun uomo persegue lo scopo di far rimanere in attesa, di mantenersi  ferventi, di scuotere i pigri e di confondere i presuntuosi, distolti dalle loro sicurezze, dalle ricchezze e da false illusioni.

Con questa riflessione si vuole prendere atto che la morte fa parte della vita e quando arriva inattesa va letta come un monito forte in direzione dell’indifferenza, dell’apatia, della monotonia e del grigiore consueto che spengono la gioia di vivere e disperdono il valore del dono vissuto nell’amore, nel sapore della bellezza e della gratitudine per le meraviglie che ci circondano, per la bontà delle relazioni feconde e positive, senza rancore e rammarico!!!!!

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