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lunedì, Aprile 28, 2025
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Riflessione di un fedele laico sulla chiesa locale

Nella chiesa di oggi il ministero di Papa Francesco ha risvegliato la gioia di essere cristiano grazie alla parola del vangelo ed ha suscitato l’urgenza di occuparsi delle periferie esistenziali, sollecitando soprattutto i pastori, vescovi e sacerdoti, a prendersi cura del gregge a cui sono stati affidati. Si è da subito respirata un’aria nuova e sono state adottate delle prese di posizione chiare a favore della pace nelle varie regioni del mondo dove permane la guerra, l’odio e la violenza; ci sono state dichiarazioni precise contro la mafia, lo sfruttamento, la corruzione; sono stati invitati tutti i cristiani a seguire Gesù nella vita quotidiana e perseguire la via della giustizia, del dialogo e della riconciliazione senza alimentare chiacchiere e divisioni.

Questo clima di rinnovamento ha pervaso il cuore di tanta gente, anche lontana dalla chiesa, ed ha profuso sentimenti di fiducia e di speranza, incoraggiando i fedeli a prendere iniziative di nuova evangelizzazione ed a mettersi a servizio della chiesa. Purtroppo davanti alle opere di bene ed alla disponibilità di fare spazio alla Parola di Dio s’insinua il maligno ed incalzano le sofferenze sul piano fisico, mentale, relazionale e morale, per cui si inaspriscono i conflitti tra le popolazioni, aumentano le malattie e le paure, si accendono le mormorazioni e le maldicenze all’interno della stessa comunità cristiana, si raffredda l’anima e si smarrisce la coscienza a livello personale e sociale.

Nella chiesa locale si nota che la parrocchia, considerata  in senso etimologico, diventa il luogo di frontiera in mezzo alle case dove imperversa il male, si sente la debolezza, si rischia la caduta tra le mille tentazioni che aggrediscono l’umanità fragile del credente. Proprio in questo luogo di confine, anche il popolo di Dio è attaccato e resta impigliato nella rete dello spirito immondo, che è legato alla cupidigia, al desiderio incontenibile di comando, di possesso, di fama, di piacere. Nel contesto religioso, purtroppo, si cerca di prevalere con la ragione delle proprie idee, con la propria visione del mondo, con la forza del proprio orgoglio, mettendosi contro gli uni agli altri pur di averla vinta ed occupare “posti di onore” per garantirsi prestigio ed autorità, portando avanti i propri interessi come idoli con superbia ed arroganza invece di mettere al centro Gesù Cristo, Signore e Salvatore.

La fede autentica nel Signore Dio, Padre Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, vacilla di fronte all’attrazione degli uomini verso tutto ciò che amano, preferiscono e desiderano a costo di perseverare nell’errore e nel vizio, nell’ illusione e nell’ipocrisia, nella durezza e nella vanagloria. Si sceglie di essere contagiati dalla mentalità di questo secolo, subendo l’attività frenetica e stressante che caratterizza la nostra società dove ormai si vive secondo un tempo ed un ordine scanditi e determinati da altri in modo da restare fuori da ogni decisione relativa all’alimentazione, al lavoro, al divertimento, all’educazione, alla bellezza, alla cultura. Nell’ambito parrocchiale, in particolare,  compare persino la virulenza della mormorazione che debilita i rapporti interni e mostra le parti degeneri di ogni comunità deturpata dall’invidia, dalla gelosia e dall’odio.

Per tutto questo oggi nella Chiesa locale si sente fortemente il bisogno di liberarsi dal cuore indurito, tipico del fariseo e del dottore della legge, costretto dalla presunzione di verità, offuscato dalle tenebre della superbia e mosso dal desiderio di primeggiare. Nell’ubbidienza si cerca di aprire il cuore alla luce del Signore per togliere l’ostacolo del proprio egoismo e potersi orientare nella vita secondo la parola di Dio senza false paure o perdite di tempo. Nella preghiera si chiede un cuore semplice, capace di diventare come bambini per accogliere l’invito di una sincera conversione ed affidarsi alle meraviglie della misericordia divina. Nella fatica di camminare in questo mondo si ascolta finalmente la chiamata ad impegnarsi con tutto il cuore per la costruzione del Regno di Dio, seguendo il suo piano di salvezza per tutti gli uomini di buona volontà, a cominciare dalla propria realtà parrocchiale, dove si riunisce l’assemblea dei fedeli e, in Gesù Cristo, si diventa una sola cosa ed un solo corpo, fratelli, figli dello stesso Padre.

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