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lunedì, Giugno 9, 2025
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Mare sporco, vergogna senza fine

SANTA TERESA DI RIVA – E’ mezzogiorno in punto, gli ultimi bagnanti si godono le acque fresche e limpide del mare di Santa Teresa di Riva, improvvisamente alcuni schizzano fuori dall’acqua inorriditi: a pelo d’acqua a due passi dalla battigia arriva una ondata di rifiuti organici, spinta dalla marea che arriva da sud.  Addio bagno, tutti sulla riva ad osservare e commentare quell’indegno “spettacolo”. Ci sarà qualche depuratore che è andato in tilt, ma dove? Se si nomina questo o quel comune vicino i sindaci si inalberano e giurano e spregiurano sul buon funzionamento dei propri impianti. Ma i liquami sono li, non possono avere attraversato lo Stretto od avere doppiato il Capo, per arrivare fino a Santa Teresa di Riva. Ancora una volta si preferisce sversare in mare quello che i depuratori non riescono a depurare. In estate questa “pratica” è sotto gli occhi di tutti, in inverno occhio non vede, cuore non duole.

Ci hanno detto a più riprese che in estate quando c’è il pienone di residenti e vacanzieri capita che qualche impianto di depurazione smetta di funzionare, in un paio di giorni sin ripara il guasto, e tutto torna alla normalità. Ma quest’anno la cosa si è ripetuta con snervante frequenza e continuità perché si possa parlare ancora di un “caso”, di una emergenza. Ma se a succedere è quando nella riviera ci siamo rimasti in quattro, a goderci in santa pace e lontano dall’affollamento estivo spiaggia e mare per rifinire la tintarella estiva e fare il pieno di sole e mare, allora qualcosa non funziona. E sia ben chiaro, i reflui viaggiano da S.Teresa verso S.Alessio e poi fanno il viaggio di ritorno. Una crociera in piena regola, con tanti saluti al rispetto delle regole, all’igiene violata, all’immagine che va a farsi benedire.

I depuratori di Nizza, Roccalumera, S.Teresa e S.Alessio (per non citare quello di Mili) sono vecchi di almeno venti anni, avrebbero bisogno di un restyling completo. L’unico comune che ha avuto finanziato il ei ammodernamento è Roccalumera: da più di due anni si aspetta l’apertura del cantiere. Mentre gli sversamenti alla foce del torrente Pagliara sono diventati questa estate una costante, costringendo l’amministrazione comunale a continui rattoppi. Anche questo è turismo? Oppure c’è da pensare che nei nostri comuni di riversano i reflui a mare per incrementare la fauna ittica e favorire il ripopolamento “du pisci du nostru mari”? 

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