26.9 C
Santa Teresa di Riva
domenica, Settembre 21, 2025
HomeAttualitàRagazze straniere costrette a protituirsi. Scoperte sei case di appuntamento a Messina...

Ragazze straniere costrette a protituirsi. Scoperte sei case di appuntamento a Messina e provincia.

Le case di prostituzione germogliano a Messina e nei comuni della provincia. Ragazze straniere (romene, marocchine, ecc.) ridotte in schiavitù e fatte prostituire di continuo. I Carabinieri della Compagnia di Messina Sud hanno dato esecuzione a 17 misure cautelari personali (di cui 11 in carcere, 5 agli arresti domiciliari ed 1 obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) soggetti a vario titolo indagati, in concorso, per riduzione in schiavitù, proprietà od esercizio di una casa di prostituzione, induzione, reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. In particolare, la riduzione in schiavitù è stata ravvisata in danno ad una donna barbaramente costretta, dal proprio convivente, a concedersi ai vari clienti, subendo una vera e propria coercizione fisica e psichica, a causa del suo stato di debolezza mentale. L’organizzazione del sodalizio è stata ricostruita dagli investigatori, fino ad arrivare a definire la struttura di ognuna delle sei “case di prostituzione” ed il ruolo delle persone coinvolte:

Casa “PERRE”, con affiliati CISCO Giovanni, GUMINA Antonio ed INUSO Vincenzo, su cui hanno nel tempo ruotato 9 ragazze sfruttate;

Casa “COMANDE’”, di COMANDE’ Carmela, affiliati BARRILE Antonino, CARLINO Nicolò, COSTA Patrizia, FERRO Michele, PULEJO Giuseppa ed ORITI Cirino, nell’ambito della quale venivano fatte prostituire 4 ragazze;

Casa “SCUCCHIA”, di SCUCCHIA Pietra ed affiliato GUARNERA Antonino, all’interno della quale si concedevano a pagamento 4 ragazze;

Casa “PIAZZA”, di PIAZZA Vincenza, che era solita ospitare gli incontri di 2 ragazze;

Casa “DI PIETRO”, di DI PIETRO FAZIO Santina, alla quale venivano indirizzate 2 ragazze;

Casa “PASCALE”, di PASCALE Alfredo ed EDIRISINGA ARACHCHIGE Mallikawathi, i quali, pur avendo un ruolo meno attivo nell’ambito del sodalizio, contribuivano mettendo a disposizione la propria casa per gli incontri tra 2 ragazze ed i clienti del momento, laddove le altre fossero impossibilitate a farlo.

Particolarmente sconvolgente è quanto emerso in relazione a BARRILE Antonino il quale, oltre a far parte dell’organizzazione, è altresì ritenuto responsabile, insieme ad altri 5 degli indagati, di sfruttamento e riduzione in schiavitù nei confronti della propria convivente, sulla quale veniva esercitata una forma di coercizione fisica e psichica, facendo leva sul suo stato di debolezza mentale. E’ stato stimato che i proventi dell’organizzazione, disarticolata con questa operazione, ammontassero ad una cifra media di 1.000 euro al giorno. L’indagine, nell’ambito della quale sono state emanate le 17 misure cautelari, vede coinvolti ed iscritti sul registro degli indagati 20 soggetti.

I piu' letti