SANTA TERESA DI RIVA – L’amministrazione comunale, anche alla luce del recente confronto con i rappresentanti del Genio Civile Opere Marittime, per salvare la spiaggia ed il waterfront propende per la soluzione dei pennelli, avendo deciso di abbandonare il progetto della barriera soffolta, che ad una profondità di 7,50 mt per raggiungere il pelo dell’acqua e per tutta la linea di costa avrebbe bisogno di un investimento di 46 milioni di euro e non è detto che la barriera pur salvando dalle onde consentirebbe il ripascimento della spiaggia. Infatti dai rilievi effettuati a dicembre 2013, ed eseguiti dai tecnici dell’Università di Enna mediante strumentazione telecomandata, è emerso che le batimetrie utilizzate nel progetto risultano fortemente modificate. In particolare, la barriera di progetto, poggiante ad una profondità di m 5 dal livello del mare, adesso dovrebbe poggiare in media alla quota -7,5 con un raddoppio dei costi di realizzazione già di per se molto alti. La “soluzione pennelli” prevede invece la realizzazione di piccoli pennelli subperpendicolari alla linea di costa che consentono di ottenere un duplice scopo: permettono una protezione passiva all’azione del moto ondoso in concomitanza delle forti mareggiate e rappresentano delle trappole di sedimenti nell’ordinario trasporto lungo costa delle correnti. Sono previsti 22 pennelli la cui realizzazione avverrà da terra con conseguente notevole risparmio di costi mentre le loro profondità avverrà massimo alla batimetria – 2 con conseguente risparmio di materiale da cava. Per il ripascimento della spiaggia è previsto l’uso delle sabbie dei torrenti Agrò e Savoca. Il costo di questo progetto complessivamente sarà di 10 milioni di euro. Il Comune per il finanziamento si appresta a presentare istanza alla Regione ed al Commissario per il rischio idrogeologico che in questo periodo stanno aggiornando l’accordo di programma per la difesa del suolo. La spiaggia nella zona di Barracca dal 1970 ad oggi è arretrata di 70 metri rispetto all’attuale linea di costa; nella zona del Gambero, ossia al centro di Santa Teresa, la più devastata dalle mareggiate, è meno 16 metri. Mentre il fondale dal 2012 (quando vennero effettuati i rilievi batimetrici dall’Università di Catania) ad oggi, è sceso di 2 metri raggiungendo la profondità di meno 7 metri e mezzo. Se non siamo alla … fossa delle Marianne, poco di manca. Sono i dati più appariscenti che emergono dai rilievi effettuati dall’Università di Enna sulle batimetrie e dallo studio dell’evoluzione della linea di costa, che sono stati consegnati ieri al Comune di Santa Teresa di Riva. Una vera e propria mutazione genetica del fondale marino alla quale bisogna subito porre riparo se tra qualche anno a Santa Teresa di Riva non vogliamo ritrovarci senza spiaggia e con il mare che entrerà direttamente al primo piano delle case sul water front. L’amministrazione comunale, anche sulla scorsa della relazione del geologo incaricato, Salvo Puccio, ha immediatamente disposto l’affidamento dell’incarico per studi “morfodinamici-costieri” e “idraulico-marittimi” al fine di analizzare e simulare l’evoluzione morfodinamica della soluzione progettuale proposta dagli esperti (i pennelli perpendicolari alla costa) al fine di definire i particolari nel progetto definitivo in corso di completamento e che secondo previsioni sarà consegnato entro la fine di questo mese.