Caro direttore, intervengo, nella mia qualità di ex sindaco , su di una situazione che, con ogni evidenza, sta andando oltre le intenzioni di ognuno. Mi riferisco alla questione dello “ SMISTA USATO” la cui attività è stata,fino ad oggi, esercitata nei locali a piano terra del comune di Roccalumera. Chiarisco subito, a scanso di equivoci, che l’Amministrazione Comunale, sulla base di proprie valutazioni, abbia il buon diritto di richiedere il rilascio dei locali alla associazione che gestisce lo smista usato per destinare i locali agli usi che ritiene più idonei. Tuttavia nessuno potrà negare il carattere sociale, solidaristico ed umano che lo smista usato riveste in quanto viene incontro a dei bisogni fondamentali che tante, troppe, famiglie hanno e che non riuscirebbero a soddisfare altrimenti sicchè si tratta di trovare un equo punto di equilibrio tra l’esigenza dell’amministrazione comunale di fruire liberamente dei propri locali e la utilità sociale del servizio svolto dallo smista usato. Le parole, si sa, volano facilmente,specie su facebook, ed una questione che poteva risolversi con un pizzico di buon senso si sta trasformando, così mi pare, in una questione di principio in cui nessuno intende cedere un poco. Sulla Gazzetta del sud e sulla Sicilia di ieri 16 ottobre leggo che un sacerdote della nostra zona, consapevole della grande importanza sociale che riveste lo smista usato, si offre di pagare in parte il canone di affitto dei locali in cui lo smista usato si dovrebbe trasferire. Se così fosse l’Amministrazione comunale di Roccalumera, suo malgrado, verrebbe individuata come l’amministrazione sorda e cieca alle esigenze sociali ed umani dei poveri e dei bisognosi e tale marchio non se lo toglierebbe facilmente da dosso per lungo tempo. Sono certo che gli attuali amministratori si rendono conto di quanto sia devastante l’atto del sacerdote per l’immagine del paese: da un lato un sacerdote che si fa carico dei poveri sulla scia di quanto Papa Francesco va predicando e dall’altra l’amministrazione comunale che,pur di affermare un principio ( sacrosanto) tira diritto per la propria strada pagando un prezzo pesantissimo in termini di immagine. Roccalumera certo non merita una simile fama né credo che gli attuali amministratori questo vogliano. Da questo colonne lancio un appello all’amministrazione comunale: sospenda le procedure di sfratto per due anni consentendo la continuazione della bella esperienza dello smista usato garantendo le condizioni minime,ma sufficienti, di igiene e sicurezza. I responsabili dello smista usato utilizzino questi due anni per attivare una rete di volontariato solidale, della quale sarebbe opportuno ne facesse parte il comune, oltre che il nobilissimo sacerdote che si è offerto di pagare in parte l’affitto,in modo che l’esperienza dello smista usato passi dal volontariato garibaldino alla partecipazione consapevole di tanti cittadini.
Cordiali Saluti.
Gianni MIASI


