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martedì, Luglio 8, 2025
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La querelle con l’Ato com’è finita: il comune di Roccalumera si ferma o va avanti?

Roccalumera – Sono scoppiate scintille tra maggioranza ed opposizione su un tema scottante, qual è appunto la raccolta della spazzatura e le controversie con l’Ato. Anche perché la gente, i cittadini si chiedono: tutti i proventi della spazzatura dove sono andati a finire, dal momento che da tempo non si paga l’Ato? Anche un consigliere comunale ha chiesto lumi in tal senso, mettendo sotto accusa la passata amministrazione (di cui adesso i rappresentanti si trovano in minoranza). Da quì la prima querelle tra maggioranza e opposizione. Quest’ultima, in una lettera al sindaco chiarisce: “Sarebbe stato sufficiente un semplice controllo dei bilanci comunali, come abbiamo fatto noi, per avere contezza sulla destinazione delle entrate della Tarsu dal 2005 al 2012: ogni euro entrato nella casse comunali come pagamento della spazzatura è stato destinato a tale scopo”. Ma lo scontro tra l’attuale maggioranza e opposizione (che fino a tre mesi fa guidava il paese) si è tutto riversato sull’Ato. Non sono state pagate a suo tempo le rette mensili per cui i debiti sono saliti fino a due milioni di euro. L’ex sindaco Gianni Miasi ha fatto sempre notare che l’Ato non ha espletato a regola d’arte il compito affidatogli, sia nella pulizia del paese, sia nella raccolta e smaltimento dei rifiuti. Per questo non venivano spesso pagato le fatture. La nuova amministrazione comunale subentrata a Miasi e capitanata dal nuovo sindaco Gaetano Argiroffi ha subito avviato le trattative con l’Ato per il pagamento delle somme dovute, Per questo è stato sottoscritto tra le parti un piano di rientro, col pagamento di una somma mensile per vent’anni. Ebbene, i consiglieri di minoranza si sono ribellati alla risoluzione bonaria della controversia tra comune e Ato, perché in atto c’è una causa pendente al Tar di Catania e se non prima viene definita, il comune non avrebbe dovuto intavolare nessuna trattativa. Difatti in una lettera al sindaco i cinque consiglieri di minoranza, Rita Corrini, Giuseppe Melita, Mariagrazia Saccà, Mauro Sparacino e Antonella Totaro , così scrivono: “sono in corso dei giudizi contro l’Ato, di cui uno, di estrema delicatezza, di fronte al Tar Catania. La precedente amministrazione aveva nominato, oltre al difensore di fiducia, un consulente contabile di parte con il compito di esaminare i bilanci dell’Ato e muovere le osservazioni utili per il comune. Ritiene il nostro sindaco che il giudizio vada continuato avvalendosi dell’operato del legale e del consulente (o cambiandoli, se ritiene) o invece ritiene che sia un risultato brillante non fare nulla, abbandonare il contenzioso e potere dire, successivamente, che la precedente amministrazione ha trascinato il comune in un giudizio perso?” L’interrogativo stimola i cittadini, oltre i consiglieri di maggioranza. Cioè, si vuole abbandonare la lotta legale contro l’Ato, o si intende continuare l’iniziativa intrapresa dalla passata amministrazione? Certo che, comunque vadano le cose, sarebbe opportuno aspettare ormai la sentenza del Tar di Catania, per poi agire di conseguenza. E sembra proprio questo l’intendimento del sindaco Gaetano Argiroffi, cioè andare avanti ed aspettare la sentenza del Tar. Perché se dovesse andar male il comune non ha niente da perdere in quanto ha già sottoscritto il piano di rientro, se invece dovesse avere una sentenza positiva dal Tar ed allora i soldi recuperati diventerebbero una potenziale economia per il paese.

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