SANTA TERESA DI RIVA – Due ore di pioggia intensa DOMENICA mattina ed è scattato l’allarme torrenti a Santa Teresa di Riva. Il rischio esondazione è ormai palpabile. Si avvicina l’autunno e torna l’allarme alluvioni con un pericolo in più sempre in agguato: esondazione dei tanti torrenti dei versante jonico dei Peloritani, tutt’altro che sicuri, vero tallone di Achille del territorio. Perché manca la manutenzione degli alvei e perché negli anni sono state fatte scelte scellerate. Il greto del torrente Savoca a Santa Teresa di Riva, dopo le due ore di pioggia di ieri, è guardato a vista non tanto per l’imminenza fdi un pericolo quanto perché si teme per la stagione delle piogge. Infatti si è notevolmente innalzato negli utlimi anni ed alcune frazioni di Santa Teresa di Riva sono al di sotto dell’alveo. Ed i comuni di Furci e S.Teresa hanno chiesto l’intervento della protezione civile. “Molti comuni hanno manifestato la necessità di fare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria – ha spiegato Bruno Manfrè, responsabile provinciale della protezione civile – altri l’hanno già fatto in collaborazione con l’Esa, qualcun altro ancora non ha provveduto in questo senso. La mancata manutenzione ordinaria e straordinaria crea seri problemi per la pubblica incolumità laddove per esempio gli alvei si innalzano pericolosamente e quindi ci può essere una esondazione”. Il 7 novembre dell’anno scorso a S.Teresa ci fu una conferenza dei servizi, si assunsero impegni, si manifestarono disponibilità, ma dopo quasi un anno e con l’autunno alle porte, la situazione è rimasta tale e quale: di pericolo, e non solo per le frazioni di S.Teresa che sono al di sotto dell’alveo, ma anche per il ponte ferroviario, la cui luce oramai si è ridotta a meno di due metri, con le conseguenze, in caso di piena, che è facile immaginare. “E’ necessario che si intervenga immediatamente con uno svuotamento dell’alveo, e destinare la sabbia prelevata, per il ripascimento dell’arenile” auspica il vice sindaco di Santa Teresa di Riva Nino Famulari. Stesso discorso che era stato fatto quel 7 novembre nella conferenza dei servizi. Il risultato lo vediamo sotto i nostri occhi. La situazione attuale “terrà” anche questo inverno? Precedenti esperienze non fanno dormire sonni tranquilli.