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domenica, Luglio 6, 2025
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Casalvecchio, in stand by il protocollo d’intesa per la strada per l’Abbazia

CASALVECCHIO – In stand by il progetto per il “parco archeologico della Valle d’Agrò” con al centro l’Abbazia di Casalvecchio e gli scavi di Scifì, ma soprattutto (ed è l’aspetto più grave) non è stato ancora approntato il protocollo d’intesa per la progettazione della strada che dovrebbe collegare l’Abbazia con Santa Teresa di Riva e, quindi, la riviera ionica. Era il 19 luglio quando un vertice tra gli otto sindaci dei comuni della Valle d’Agrò, alla presenza degli assessori regionali Maria Rita Sgarlata (Beni culturali) e Nino Bartolotta (Infrastrutture), lanciò l’idea del Parco ponendo come punto di partenza la strada di collegamento. L’assessore Bartolotta suggerì che uno dei comuni si intestasse la progettazione dell’opera. Un protocollo d’intesa, come si fa in questi casi, con il quale il comune di Casalvecchio veniva delegato, come comune capofila, alla progettazione di questa opera, anche con l’ausilio dei tecnici degli Utc degli altri comuni. Anzi ci fu subito l’appoggio del sindaco di Forza D’Agrò, Fabio Di Cara, del sindaco di Sant’Alessio, RosaAnna Fichera, e del sindaco di Limina, Filippo Ricciardi, per la disponibilità dei ingegneri in organico. Con il progetto esecutivo sarebbe stato più facile presentarsi con ottime ciance al tavolo della programmazione regionale. Bisognava battere il ferro mentre era caldo. Un mese è passato. Da Casalvecchio, nonostante l’entusiasmo del neo sindaco Marco Saetti, non giungono buone nuove. Si è fermi alla elaborazione del protocollo d’intesa per nominare il comune capofila, quando invece bisognava bruciare i tempi! Per la strada per l’Abbazia i progetti (di massima o preliminari) in questi anni recenti c’è una grande abbondanza. Quello del Prusst per la superstrada “Santa Teresa – Abbazia – Passo Murazzo Limina – Antillo” (rup l’ing. Giuseppe Celi della Provincia) a quello della Provincia per la “Santa Teresa – Contura – Abbazia” (rupo sempre l’ing. Celi) ovvero l’ampliamento dell’attuale strada provinciale 17 che, ironia della sorte, si chiama proprio “dell’abbazia ss Pietro e Paolo” ma che all’Abbazia non ci arriva perché si ferma sulla sponda sinistra del torrentello Contura. Ad ottobre del 2010, per iniziativa dell’allora presidente dell’Unione dei Comuni, Antonio Di Ciuccio, si tenne a S.Teresa un vertice di sindaci in cui si diede il via libera alla progettazione della superstrada. I professionisti individuati furono: Pierluigi Campione (Ufficio speciale consortile Prusst), Lucio Nicita (ufficio tecnico comune di Savoca), Pietro Mifa (Forza D’Agrò), Santi Turiano (Santa Teresa di Riva), Sebastiano Costa (Antillo). L’incarico per lo studio geologico era stato affidato a Maurizio Bonasera (Prusst), per l’impatto ambientale a Lorenzo Mirabito. Responsabile unico del procedimento era stato nominato l’ing. Giuseppe Celi dirigente della Provincia regionale di Messina (Letterio Saccà collaboratore, componente dell’ufficio tecnico del Prusst). I soldi dovevano arrivare dal fondo europeo 2013. Di quello della Provincia si sa solo che è stato inserito nel piano triennale. Sono cinquantanni che si parla di una strada per l’Abbazia, da quando, cioè, il tempio smise di essere utilizzato come ricovero per galline e capre, e restituito alla cultura mondiale. Tempo, carta, incontri, vertici, convegni: in tanti anni si è fatto di tutto e di più. Tranne che la strada. Ancora oggi per arrivare all’Abbazia i pullman dei turisti devono percorre la strada provinciale 12 da Sant’Alessio alla frazione Scifì di ForzaD’Agrò da dove, dopo una specie di rally safari sul greto di due torrenti, si raggiunge la sponda opposta del torrente Agrò dove prima i basiliani e poi gli arabi hanno situato questa chiesa- fortezza riedificata nel 1172 dai Normanni. Lo scorso luglio era nata la speranza che un po’ di polvere sarebbe stata tolta dal libro dell’Abbazia. Marco Saetti, il nuovo sindaco di Casalvecchio dallo scorso giugno, sembra l’uomo giusto, abituato com’è a fare piuttosto che a dire.

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