SANTA TERESA DI RIVA – Cittadinanza esasperata per il grave inconveniente igienico rappresentato dai cassonetti puzzolenti. Gli sforzi dell’amministrazione comunale per restituire decoro alla città almeno in questo periodo (pulizia spiaggia, lavaggio piazzole, scerbatura, acqua in abbondanza e potabile, nuova segnaletica orizzontale) sembrano quelli di Sisifo: quando si pensa che il più è stato fatto ed il peso è stato portato in cima alla montagna, ecco che il masso rotola giù. Difatti in paese è esplosa la protesta per l’olezzo che offende l’olfatto di chi transita accanto ai cassonetti per la raccolta dei rifiuti. Insopportabile. E, soprattutto, indegno di un paese civile. Provvedere al lavaggio ed alla sanificazione dei cassonetti spetta all’Ato4 che dovrebbe eseguire questa incombenza a scadenza periodica, ma per vedere una lavacassonetti all’opera bisogna rispolverare immagini di un anno fa, e forse più. E puntuale è arrivata l’interrogazione del gruppo di minoranza che chiede notizie “sul lavaggio e la disinfezione dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti” premettendo che “tale servizio è affidato alla società AtoME4 e che, pertanto, si presume, sia obbligo della stessa provvedere periodicamente al lavaggio e alla disinfezione dei cassonetti”. Antonio Di Ciuccio, Santino Veri, Franco Brancato, David Trimarchi e Sebastiano Pinto, i cinque consiglieri di “Città Libera” che hanno firmato l’interrogazione, sorvolano, però, sul fatto che disseminati su tutto il territorio ci sono cassonetti che andrebbero rottamati più oggi che domani, non solo perché non funziona l’azionamento a pedale per l’apertura del coperchio, ma anche perché creano problemi anche agli operatori addetti allo svuotamento: spesso si incastrano, talvolta non riescono a spostarli facilmente perché di quatto hanno solo due ruote efficienti.
Ato, se lo conosci lo eviti.
