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lunedì, Luglio 7, 2025
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S.Teresa: Referendum alienazione beni comunali, la minoranza torna alla carica

SANTA TERESA DI RIVA – Referendum per l’alienazione di tre beni comunali, – villa Ragno, l’ex Municipio ed il campo di calcio – il gruppo consiliare di minoranza torna alla carica, specie dopo che l’amministrazione comunale ha varato i “comitati di quartiere”. Sarà avanzata domani la proposta di indire un referendum per conoscere il parere dei cittadini sulla scelta dell’amministrazione comunale di vendere l’area degli impianti sportivi di Bucalo, e per fare cassa il parco di Villa Ragno e l’ex palazzo comunale all’angolo con il corso Regina Margherita, che attualmente è ceduto in comodato gratuito all’Asp 5 che vi ospita gli uffici sanitari, il consultorio familiare e il centro di riabilitazione per bambini disabili, per ricavarne, secondo le previsioni dell’ufficio tecnico, 1 milione e 800 mila euro. La proposta aveva ottenuto il parere favorevole del segretario generale Vincenzo Scarcella come previsto dall’art. 91 dello Statuto comunale . “La proposta di indizione dei referendum – ha specificato il segretario Vincenzo Scarcella esprimendo parere favorevole sull’ammissibilità dei quesiti – dovrà riportare la relativa copertura finanziaria” . Occorrevano circa 32 mila euro, secondo stime dell’ufficio elettorale del comune, che per il sindaco Cateno De Luca, non erano disponibili in bilancio. Nonostante i cinque consiglieri di “Città Libera”, David Trimarchi, Franco Brancato, Sebastiano Pinto, Antonio Di Ciuccio e Santino Veri, si fossero prodigati a dimostrare che le spese, con opportuni accorgimenti economici, potevano essere dimezzate. Finì in una bolla di sapone, con grande scorno della minoranza. Che però oggi ritorna alla carica, consapevole che la stragrande maggioranza dei cittadini non è d’accordo con l’alienazione di villa Ragno o del campo sportivo. Ora però l’amministrazione comunale ha deciso di costituire i “comitati di quartiere” come momento di democrazia e partecipazione, anche se i costi effettivi non sono stati ancor quantificati, nonostante dietro, essendo un organo solamente consultivo, c’è tantissimo volontariato. E se si sono trovati i soldi per le elezioni dei “comitati di quartiere” perché non fare altrettanto per indire i tre referendum proposti dai consiglieri del gruppo di minoranza? Che sono anche questi un momento di democrazia e partecipazione peraltro previsti dallo statuto, con la differenza che, rispetto ai “comitati di quartiere” che non sono previsti dallo statuto, la decisione degli elettori è vincolante per l’amministrazione comunale. I quesiti referendari riguardano: la vendita dell’area edificabile su cui sorgono il campo di calcio, il campo di tennis e la palestra comunale (con il ricavato l’amministrazione vorrebbe creare un polo sportivo spostato più a monte); la vendita del giardino di villa Crisafulli-Ragno (su cui l’Amministrazione vuol far realizzare un albergo); la vendita dell’ex palazzo municipale (con destinazione a esercizi commerciali ed uffici). Sono queste scelte che dovrebbero passare al vaglio dell’elettorato, quindi si riparla nuovamente di referendum. La proposta dovrebbe essere depositata in segreteria lunedì, con il preventivo di spesa e l’indicazione dei capitoli dove attingere le risorse necessarie.

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