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lunedì, Luglio 7, 2025
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S.Teresa, sempre più corta la spiaggia al centro. E’ allarme erosione

SANTA TERESA DI RIVA – Si accorcia sempre di più la spiaggia di Santa Teresa di Riva. Nella zona centrale compresa tra Porto Salvo e Sparagonà è profonda una decina di metri, mentre sta crescendo in modo considerevole a Barracca (zona sud) ed a Bucalo (zona nord) grazie all’apporto di sabbie alluvionali dai torrenti Agrò e Savoca. Al centro la situazione è diventata preoccupante perché basta un po’ di mare mosso perché le onde arrivino sotto il bastione del Lungomare per scavalcarlo e invadere la sede stradale quando ci sono mareggiate. Lo si è visto lo scorso fine settimana quando la zona centrale ha subito l’onda d’urto dei marosi tanto che i proprietari di auto si sono affrettati a togliere per tempo le loro quattro ruote dalla sosta lato mare per evitare che subissero conseguenze. La spiaggia diventa sempre più corta, e prima che i residenti sul water front si ritrovino con le fondamenta dei loro edifici sottacqua bisogna spingere affinchè da Roma e da Palermo arrivino i finanziamenti. Prima che sia troppo tardi ed il mare si riprenda lo spazio occupato dal lungomare. Il progetto, presentato dal Comune di Santa Teresa di Riva già nel 2011, prevede la realizzazione di opere anche per il rinascimento della spiaggia oltre che di salvaguarda con una barriera soffolta e di interventi integrati per arrestare l’erosione: occorrono però 30 milioni di euro per la barriera soffolta e 6 milioni per gli interventi anti erosione, che non si trovano certo dietro l’angolo. Le mareggiate – hanno rilevato gli esperti dell’Università di Catania che hanno effettuato per conto del comune di Santa Teresa di Riva un apposito studio – si sono sempre verificate ma quello che appare totalmente inedito è il modo in cui il mare si è divorato trenta metri di spiaggia in pochi decenni. Colpa anche dei venti che soffiano sempre più impetuosi e spingono il mare fin dentro le case. L’unica cosa che le esigue finanze dell’amministrazione comunale potrebbe sostenere è il cosiddetto autotrapianto di sabbia. Una soluzione tampone per far fronte all’emergenza. Si tratta, come è facile intuire, di spostare dall’alveo dei torrenti che ne sono strapieni, la giusta quantità di sabbia per rinforzare i punti più critici, dove cioè l’erosione ha colpito inesorabilmente. Ma finora gli appelli avanzato al Prefetto, al Genio Civile ed al Demanio per i nullaosta, non hanno avuto riscontro.

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