Firmato ieri a Roma il contratto istituzionale di sviluppo per la realizzazione della direttrice Messina – Catania – Palermo previsto “entro il 2020”. Ma per noi della riviera ionica c’è poco da stare allegri, infatti per il tanto strombazzato raddoppio della Messina – Catania, o se preferite, dei 42 km della Giampilieri – Fiumefreddo, non c’è un centesimo. Anzi è prevista, senza copertura finanziaria, “la progettazione per il raddoppio”. E che fine ha fatto il progetto Italferr illustrato ai sindaci della jonica in questi anni e che va avanti da almeno dieci, quando l’opera venne inclusa nel “Contratto di Programma Rfi 2001 -2005” con uno stanziamento di quasi (al conio attuale) di 2 miliardi di euro, e sul quale la Regione aveva dato parere favorevole? Il bando di gara era previsto per il 25 gennaio 2013. Ora si ricomincia? Ma Rfi non doveva predisporre la progettazione definitiva entro il 2010? Per poi passare a quella esecutiva. Le carte progettuali vennero portate sui tavoli dei Comuni interessati: in quei 42 km il tracciato si sviluppava quasi tutto in galleria (85%) abbandonando la linea storica litoranea, erano previste due stazioni, una a Fiumefreddo e l’altra a Santa Teresa di Riva. Il progetto proposto da Italferr con il tracciato spostato a monte, non convinse i sindaci, l’opera non decollò nemmeno sulla carta. Intanto sulla Taormina – Sant’Alessio in 4 anni ci sono stati due deragliamenti. Ora ci dicono che bisogna ricominciare con la progettazione. La Cgil Messina è critica, e come gli si può dar torto? Una grande fregatura, l’ennesima, per la riviera ionica messinese?