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venerdì, Giugno 6, 2025
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Il Comune mette a disposizione i locali pur di mantenere in paese l’ufficio del giudice di pace

SANTA TERESA DI RIVA – La nuova amministrazione comunale di Santa Teresa, così come aveva fatto la precedente, si dichiara disponibile ad accollarsi le spese per il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace a Santa Teresa di Riva, in ipotesi di soppressione assieme a quelli di Alì Terme, Taormina e Francavilla. Il Comune di Santa Teresa di Riva metterebbe a disposizione i locali della ex pretura, nella zona nord del paese, che attualmente ospitano sia i locali del giudice di pace che la caserma dei vigili urbani, ed anche quel personale che sarebbe necessario per mandare avanti all’attività giudiziaria. È l’unica via che si prospetta per salvare almeno due delle quattro sedi di giustizia del comprensorio ionico minacciate dai tagli statali ed evitare di creare disagi alla utenza. Anche l’Unione dei Comuni delle Valli Joniche, tramite il suo presidente avv. Gianni Miasi, ha fatto sapere di essere disponibile a contribuire al pagamento delle spese per il personale, le utenze ed i locali, unico viatico per evitare la soppressione. La questione è stata affrontata ieri sera in modo informale nel corso delle celebrazioni per la salvezza della squadra di calcio dello Sportinsieme che ha mantenuto per il terzo anno il campionato di Promozione. A sollevare il problema è stato lo stesso presidente dello Sportinsieme, avvocato Paolo Turiano, decano degli avvocati della riviera jonica, ed ha subito trovato la sponda giusta nell’assessore al bilancio Salvatore Bucalo e nel presidente del consiglio Danilo Lo Giudice, presenti ai festeggiamenti in rappresentanza dell’amministrazione comunale. La disponibilità in linea di massima c’è, bisogna valutare i costi per il Comune che come si sa non nuota nell’oro. Si tratterebbe, comunque, di distaccare due impiegati presso l’ufficio del giudice di pace, mentre i locali potrebbero essere affidati in comodati d’uso gratuito. La questione è stata solo abbozzata, ma trattandosi di un problema che investe una moltitudine di cittadini che per un verso o per l’altro vengono a contatto con gli uffici del giudice di pace e che in caso di trasferimento a Messina andrebbero incontro ad un aggravio di spese oltre che adun allungamento dei tempi di giustizia, la nuova amministrazione comunale sembra disponibile a sostenere qualsiasi iniziativa che possa portare alla salvaguardia e al mantenimento del presidio di giustizia in un comprensorio che ha già subito l’onta della soppressione di due preture (Alì Terme e SantaTeresa) e non potrebbe sopportare anche quella di tutti gli uffici del giudice di pace. Anche perché è la stessa legge che consente questo escamotage: basta che i Comuni ci mettano i soldi.

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