FORZA D’AGRO’ – “Non c’è incompatibilità per i rapporti di parentela e affinità tra il sindaco ed i consiglieri comunali”: lo scrive il dirigente generale dell’Assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica, Giovanni Carapezza, rispondendo al segretario comunale di Forza D’Agrò che aveva posto il quesito in segutito ad una pregiudiziale presentata in consiglio comunale dal capogruppo di minoranza Salvatore Bianca che chiedeva l’applicazione dell’art. 4 della legge regionale n. 6 del 5 aprile 2011 (entrata in vigore il 1 gennaio 2012) sulla presunta “maturata incompatibilità tra il sindaco Fabio Di Cara ed il fratello Emanuele, capogruppo di maggioranza in consiglio comunale”. Nella legge pubblicata sulla Gurs del 11 aprile sono state introdotte sostanziali modifiche al sistema elettorale ed alla composizione e decadenza degli organi dei Comuni e delle Province. In particolare il secondo comma dell’art. 4 dispone che “non possono far parte della giunta il coniuge, gli ascendenti ed i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della giunta ed i consiglieri comunali”. A Forza D’Agrò, secondo il capogruppo di minoranza, Bianca, il problema si pone perchè sindaco e consigliere sono fratelli. La Regione spiega che la previsione di incompatibilità, fino al secondo grado di parentela e affinità, “è applicabile tra gli altri componenti della giunta ed i consiglieri comunali, non appare, invece, che tale previsione sussista tra il sindaco (non compreso nell’espressione “altri componenti della giunta” ed i consiglieri comunali”.