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domenica, Maggio 4, 2025
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SCALETTA, ARRESTATE CINQUE PERSONE

Scaletta Zanclea – Al termine di prolungate ed articolate indagini avviate nel marzo 2010, in esecuzione di una ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip di Messina dott. Luana Lino, su richiesta del p.m. presso la locale procura della repubblica dott. Stefano Ammendola, i carabinieri della stazione di Giampilieri e della compagnia Messina-sud, in collaborazione con le compagnie di Fabriano (Ancona) e Senigallia, hanno tratto in arresto cinque persone: Spinella Massimo, di 31 anni, residente nel Villaggio Santa Margherita, impiegato alla Regione siciliana; Spinella Antonino, di 60 anni, residente nel Villaggio Santa Margherita, pensionato; Vecchio Giuseppe, di 34 anni, domiciliato a Genga (Ancona), operaio; De Salvo Nunzio, di 66 anni residente a Messina, pensionato; e un appartenente alle Forze dell’Ordine di Messina, di cui non sono state rese pubbliche le generalità. Le suddette persone sono ritenute responsabili del reato p.e.p. dagli artt. 81, 110, 56 e 629 c.2 del c.p. (concorso in tentata estorsione aggravata e continuata), commesso in Scaletta Zanclea sino al 19.07.2010. Le indagini, avviate dall’arma di Giampilieri nel marzo 2010 in seguito all’incendio doloso, commesso in Giampilieri Superiore di una autovettura risultata appartenere al fratello di uno dei titolari di un laboratorio di analisi cliniche di Scaletta Zanclea, consentivano in breve tempo agli investigatori di evidenziare il ruolo centrale rivestito nella vicenda da tale attivita’ commerciale. Alla stessa, infatti, venivano altresi’ ricondotti una serie di accertati plurimi incendi dolosi ad abitazioni, studi medici ed autovetture, nonche’ minacce telefoniche, nell’ambito dei quali il fattore comune veniva individuato nel fatto che tutte le vittime risultavano lavorare, o aver lavorato, nel citato laboratorio di analisi, ovvero erano loro congiunti. I sospetti si indirizzavano sulla figura dello Spinella Massimo, gia’ socio del laboratorio ma estromesso in circostanze conflittuali nel 2008 dagli altri due soci a causa di sopravvenuti contrasti personali, connessi sia alla gestione della attivita’ e sia al desiderio dello Spinella, in contrasto con gli altri soci, di mantenere come segretaria la propria moglie, tuttora ivi impiegata. Tra l’altro, la circostanza che solo quest’ultima non avesse mai ricevuto alcuna intimidazione, e che invece tutti coloro che avevano lavorato presso il laboratorio, o i loro congiunti, erano risultati vittime, anche in altre localita’ della provincia di Messina, di plurimi attentati ed intimidazioni (dal luglio 2009), permetteva ai carabinieri della stazione di Giampilieri di ipotizzare un contesto estorsivo finalizzato ad annullare la potenzialita’ lavorativa del laboratorio attraverso l’intimidazione sistematica di tutti coloro che vi lavoravano, verosimilmente allo scopo di acquisire la proprieta’ della attivita’ da parte di Massimo Spinella. Nel maggio 2010 veniva avviata attivita’ tecnica nei confronti dello Spinella Massimo, del di lui padre Spinella Antonino, della moglie, e del pregiudicato Vecchio Giuseppe, quest’ultimo molto amico dello Spinella. Dall’attivita’ investigativa si acquisivano immediati riscontri alla ipotesi formulata ed emergeva il ruolo centrale rivestito nella vicenda da Massimo Spinella, il quale allo scopo di riappropiarsi di qualcosa che riteneva essergli stato ingiustamente tolto non si poneva alcuna remora: A fungere da mandante di plurimi incendi ai danni di soggetti in qualche modo collegati al laboratorio di analisi; In concorso con il padre, a minacciare telefonicamente gli altri soci del laboratorio, utilizzando una scheda telefonica originariamente intestata alla ex badante della nonna, ma rientrata nella loro disponibilita’ in seguito al decesso di quest’ultima; Non avendo ottenuto i risultati sperati dopo gli incendi e le intimidazioni, a richiedere, attraverso conoscenze personali, l’intervento della criminalita’ organizzata palermitana, intervento che non si realizzava solo per lo scarso valore economico della disputa; A richiedere l’ausilio dell’amico pregiudicato Vecchio Giuseppe, il quale attraverso contatti con esponenti della criminalita’ organizzata messinese “regolamentava” gli attentati da parte dello Spinella; Al fine di arrecare un danno ingiusto al laboratorio, ad avvalersi dell’amicizia di un operatore di polizia in servizio a Messina, che si sarebbe reso disponibile a ricevere un esposto falsamente anonimo, in modo tale da consentire l’avvio, presso la Procura della repubblica, di un procedimento penale per asserite irregolarita’ commesse presso il laboratorio. Al riguardo, nutrendo sospetti in merito all’esistenza di una attivita’ di indagine avviata nei propri confronti, lo Spinella avrebbe richiesto altresi’ al rappresentante delle Forze dell’Ordine, ottenendole, informazioni riservate contenute nella banca dati delle forze di polizia, ed avrebbe altresi’ proposto al citato operatore di celare della sostanza stupefacente all’interno del laboratorio di analisi, successivamente stimolando con un esposto “anonimo” l’intervento del citato rappresentante delle Forze dell’Ordine. Ed al fine di intimorire ulteriormente uno dei soci del laboratorio di analisi, contattava il noto pregiudicato De Salvo Nunzio, detto “americanino”, che poi incaricava di perpetrare una rapina nella abitazione del socio del laboratorio, dopo aver accompagnato lo stesso De Salvo per un preliminare sopralluogo a Scaletta Zanclea. La scorsa notte i cinque indiziati sono stati arrestati e tradotti in carcere.

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